SPIRAGLI PER PUNTO NASCITE SULMONA MA LA SANITA’ ABRUZZESE RESTA MALATA

La sanità abruzzese resta malata e le sue condizioni sono comunque gravi. Mentre si aprono concreti spiragli per salvare il Punto nascite dell’ospedale di Sulmona. Ad attestarlo sono le conclusioni del Tavolo di monitoraggio con il verbale sottoscritto nella seduta del 27 novembre scorso, rilevando un disavanzo di 57 milioni di euro. Inoltre il Tavolo di monitoraggio chiede alla giunta Marsilio un ulteriore approfondimento sulla riorganizzazione della rete ospedaliera da portare avanti con il Tavolo stesso, la condivisione del piano per l’assistenza territoriale, per il quale viene chiesto un cronoprogramma dettagliato delle azioni. Inoltre si chiede al governo regionale di eliminare l’oscillabilità dei tetti di spesa per le cliniche private, capitolo che ha già suscitato dure polemiche. Resta poi da sbloccare la premialità di oltre 70 milioni di euro per aver sanato nel corso del 2019 gli inadempimenti riferiti all’anno 2017. Ma al contempo il Tavolo impone un maggiore controllo della dinamica di spesa delle Asl, per garantire l’equilibrio economico-finanziario del sistema. Spiragli s’intravvedono per salvare il punto nascite di Sulmona.  Sono questi gli aspetti principali evidenziati nel verbale della riunione del Tavolo. E la polemica sulla sanità si riaccende. In particolare il capogruppo del Pd Silvio Paolucci, ex assessore alla Sanità, riguardo alla rete ospedaliera, aveva fatto notare che non verrebbero rispettati volutamente i canoni fissati dalla legge Lorenzin, che per l’Abruzzo sulla base dei bacini di utenza prevederebbero un solo ospedale di secondo livello a Pescara.La Regione ha infatti puntato  su quattro presìdi con “funzioni riferibili” al Dea di secondo livello, nei quattro comuni capoluogo, e inoltre sul potenziamento delle reti territoriali e alla costruzione di nuovi ospedali con il ricorso al project financing. Secondo le opposizioni “il Piano è stato concepito proprio per farselo bocciare”, alla luce “di una strategia volta a prendere tempo e non assumersi decisioni impopolari, per non contraddire le iperboliche promesse fatte in campagna elettorale”. Sulla rete ospedaliera invece non c’è bocciatura. “Il verbale prende atto delle schede relative ai presidi di Penne, Popoli, Ortona, Guardiagrele, Atessa e Castel di Sangro inviate a luglio e del piano di programmazione trasmesso a ottobre. Poiché il Tavolo ha rilevato che i nuovi atti vanno a modificare sostanzialmente quanto previsto dal decreto commissariale 79 del 2016, approvato dalla precedente amministrazione D’Alfonso, è stato richiesto “un opportuno approfondimento, come si legge nel documento, prima di sottoporre la documentazione alla valutazione del Tavolo di monitoraggio”.Sulla rete territoriale, “Tavolo e Comitato ritengono che il documento della Regione fornisca una buona e ampia panoramica dell’offerta territoriale socio-sanitaria. Tuttavia, relativamente all’erogazione di prestazioni residenziali e semi residenziali, è necessario integrare il documento al fine di differenziare l’offerta programmata per livelli di intensità.  Il Tavolo ha invece posto l’accento sulla necessità di migliorare la gestione della spesa, visto che le stime per il 2019 prevedono un disavanzo di 57 milioni di euro. Un livello che non si discosta molto dagli anni precedenti e a cui la Regione ha sempre fatto fronte con le risorse proprie del sistema sanitario regionale, da tenere sotto controllo. Per il Punto nascite dell’ospedale di Sulmona, per il quale si prende atto della richiesta di deroga avanzata dalla Regione e attualmente al vaglio della Commissione Percorso Nascita Nazionale.Sull’abolizione del superticket, invece, il Tavolo ha rinviato a una successiva e separata riunione la discussione sulla richiesta presentata dalla Regione a giugno dello scorso anno.