CRISI IN COMUNE, PINGUE APRE LA PORTA AL SINDACO

Dopo le dimissioni in blocco dei quattro assessori il sindaco non getta la spugna. Appare un pugile suonato che non vuole scendere dal ring ma i numeri le danno torto. Vuole andare avanti a dispetto dei santi in attesa del definitivo pugno del Ko. Da oggi aprirà le consultazioni per verificare se ci sono i margini per un’eventuale Casini Tre. Un percorso che però appare improbabile nonostante dall’opposizione giungano segnali incoraggianti soprattutto da parte dei tre consiglieri del neonato gruppo  di Italia Viva, i quali non chiudono la porta in faccia al primo cittadino ma lasciano uno spiraglio aperto. Sicuramente si tratta di una mossa tesa a prendere tempo e a lasciar passare quei giorni che portano al 21 febbraio termine ultimo che consente di andare ad elezioni già dal mese di maggio. Nessuno tra quelli che siedono sui banchi dell’opposizione vuole andare alle elezioni a maggio, tantomeno il Partito democratico che dopo aver più volte invitato il sindaco a liberare la città, ora spingono per un lungo commissariamento che sposti le elezioni al prossimo anno.   “All’apertura delle consultazioni da parte del Sindaco, come gruppo consigliare, rispettosamente parteciperemo per sentire la sua proposta”, precisa il portavoce Fabio Pingue. “Una cosa appare evidente, il logoramento della politica cittadina ha lacerato Sulmona nella capacità di essere governata facendo perdere credibilità a tutta la classe dirigente locale all’interno del panorama regionale. Se in 20 anni non si è stati in grado di portare a termine una sindacatura questo dovrebbe essere motivo di riflessione da parte di una classe dirigente responsabile. Continuare un folle volo verso rincorse elettorali farà le fortune di qualche avventuriero, ma di certo non è assolutamente ciò che serve ad invertire la rotta verso il buon governo cittadino”. Una dichiarazione che dice e non dice e che mira solo a spingere il sindaco a rinviare la presa d’atto dell’impossibilità di formare una nuova giunta con una nuova maggioranza. Anche perchè sono gli stessi consiglieri di maggioranza a non voler sentir parlare di un nuovo inciucio con chi ha già tradito per andarsi a sedere sui banchi dell’opposizione. “Chi ha abbandonato questa maggioranza tra l’altro senza alcuna motivazione non è un interlocutore credibile e affidabile”, afferma il consigliere Andrea Ramunno, “per questo io non farò parte di trattative tese a rimettere insieme i cocci di un vaso rotto un anno fa”. Sulla stessa linea Deborah D’Amico che giudica “impraticabile un nuovo accordo con chi un anno fa ha già decretato la fine del progetto del 2016 abbandonando  la maggioranza che senza l’accordo tecnico avrebbe già chiuso in quell’occasione l’era del sindaco Casini”. Ancora più duro Angelo Amori: “i quattro che hanno già tradito il sindaco Casini (Fabio Pingue, Katia Di Marzio, Mauro Tirabassi e Roberta Salvati), farebbero bene a dimettersi lasciando il loro posto ai primi non eletti. Solo se arrivassero a fare questo si potrebbe aprire un discorso per arrivare a ricomporre una maggioranza composta dai gruppi civici che hanno dato vita alla coalizione che ha vinto le elezioni. Altri discorsi sono tutti inutili perché se il sindaco ha fallito la colpa è esclusivamente dei quattro traditori”.