LA GIUSTA VIA
“Ma io son fiero del mio sognare di questo mio eterno incespicare”. I versi sono gucciniani, ma anche se poco attinenti, mi garbavano come attacco del pezzo che vuol ricordare chi, pur nella sofferenza più misera e nera, ha avuto il coraggio di seguire e inseguire la strada giusta: i propri sogni. “Avrei dovuto abbandonare questa grande America senza un’opportunità di conoscerla veramente? C’era il dubbio che, in questa sconfinata nazione, da qualche parte esistesse una breccia, che da qualche parte avrei trovato la luce. Non potevo restare nelle tenebre in eterno”. Le parole sono di Pascal D’Angelo, che riuscì a trovare la sua America tra la miseria, gli stenti e la più nera sofferenza da emigrante di inizio novecento. Scriveva poesie Pascal, in una stanzetta di Brookline, magnifiche poesie che furono pubblicate sulle più importanti riviste americane, divenendo un caso letterario e ottenendo successo. Amava Percy Besshy Shelly Lui che era il poeta del piccone e della pala, come lo chiamavano i critici americani. Lui schivo, sobrio, lavoratore. “Son of Italy” é il suo libro autobiografico, da cui è tratta la citazione. Pasquale era nato il 19 gennaio 1894 a Introdacqua. In questi giorni del suo compleanno, il mio pensiero corre a Lui e a quel suo invidiabile coraggio nell’aver inseguito i suoi sogni in una vita così difficile e buia. Uscire dalle tenebre dell’ignoranza con il piacere di scrivere, con la letteratura. Con quella cultura che oggi tocca ancora rivendicare a gran voce. Vecchia razza Pascal, di quella che noi, piccoli, comodoni e lamentosi, nemmeno sappiamo agognare. Mi piace ricordarmi di quelli come Lui e di quella “breccia” che, tra dubbi e paure, possa indicare la giusta via.
Giuliana Susi