OSPEDALE IN ATTESA ANCORA DEL REPARTO DETENUTI, NUOVO ALLARME DELLA UIL

La Uil Polizia penitenziaria minaccia una manifestazione pubblica di protesta se l’Asl L’Aquila-Sulmona-Avezzano non provvederà finalmente all’apertura del reparto detenuti nell’ospedale di Sulmona. Lo ha reso noto il segretario generale territoriale della UIL PA Polizia Penitenziaria Mauro Nardella, in una lettera inviata al prefetto dell’Aquila Cinzia Torraco, al presidente della Regione, Marco Marsilio, all’assessore alla Sanità Nicoletta Verì, al sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, al provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria Lazio-Abruzzo e Molise Carmelo Cantone, al direttore Generale Asl1 L’Aquila-Avezzano-Sulmona, Roberto Testa, al direttore dell’Ufficio centrale della Sicurezza e delle Traduzioni Dap Mauro D’Amico e al Garante dei detenuti Abruzzo Gianmarco Cifaldi, sollecitando tutti a risolvere il problema per prevenire anche l’irreparabile. “La ragione per il quale il reparto ospedaliero per i detenuti non è ancora aperto sembrerebbe riconducibile alla mancata attivazione dell’Unità Operativa nella quale le stanze blindate sono state ricavate, vale a dire il reparto di lungo degenza. Se ciò dovesse corrispondere al vero non si capirebbe il motivo per cui il luogo che porta i detenuti ad essere ricoverati a Sulmona, per lo più, per non dire esclusivamente, per essere qui sottoposti ad intervento chirurgico, non abbia visto il suo incastonarsi proprio nel reparto di chirurgia” afferma Nardella, ricordando che “anziché utilizzare una struttura blindata, così come lo è il nuovo repartino detentivo ospedaliero completo degli standard di sicurezza previsti, i detenuti di Sulmona, tutti di elevato spessore criminale attualmente vengono ricoverati nelle normali camere di degenza dei reparti, in regime di promiscuità con altri degenti e con tutto ciò che ne consegue in termini di sicurezza e numero di poliziotti penitenziari da utilizzare”, spiega il dirigente sindacale.“La Uil ritiene che si stia ultrattivamente sottovalutando molto il problema. Bisogna che ci si adoperi e subito. Lo diciamo affinchè tutti, poliziotti, pazienti, personale sanitario vivano il loro rapporto con la categoria dei detenuti con la dovuta e discreta tranquillità. Entro metà Febbraio, qualora non dovrebbero esserci novità, faremo sentire il nostro grido d’aiuto”, conclude Nardella.