UN ALBERO DI MELE AL POSTO DELLA CENTRALE SNAM, SCATTA IL DIVIETO DEL QUESTORE
Nonostante il nuovo divieto sono tornati a Case Pente e questa volta per fare quello che non erano riusciti a fare l’altra volta con la speranza che presto potranno coglierne i frutti. Un albero di mele è stato messo a dimora, questa mattina, da una ventina di esponenti del comitato No Snam, sotto gli occhi della polizia che ha assistito alla scena senza battere ciglio. Un atto semplice e spontaneo, ma che per gli ambientalisti ha un alto valore simbolico per la difesa della salute e del territorio contro l’attacco spregiudicato che la multinazionale sta portando avanti nei confronti della Valle PELIGNA e dell’intero CentroAbruzzo. L’ordine del questore era quello di impedire la piantumazione dell’albero sul terreno della Snam. Ordine che è stato pienamente rispettato ma che ha fatto scattare la protesta degli ambientalisti che hanno sottolineato tramite il loro portavoce pesi e misure diversi adottati dal questore nei confronti dei proprietari di due terreni privati. “Ci hanno impedito di piantare l’albero sul terreno della Snam ma non sul terreno, sempre di proprietà privata, confinante con quello della multinazionale”, sottolinea Mario Pizzola, “sulla Snam no ma su quello di un sulmonese si. Un comportamento ingiustificabile se si pensa che la motivazione addotta per impedirci di manifestare liberamente in questa zona è stata giustificata con il fatto che l’alberello andrebbe ad alterare la natura dei luoghi. Insomma la piantumazione di un innocuo alberello rappresenterebbe un reato. Noi pensiamo invece che è stato il questore a violare l’articolo 17 della Costituzione impedendoci di manifestare in un luogo privato”. La natura di questi luoghi è stata sempre agricola e gli alberi ci sono sempre stati”, incalza Pizzola. “È piuttosto la Snam con la costruzione della sua centrale che andrà ad alterare la natura di questi luoghi. E il questore, casomai, avrebbe dovuto procedere nei confronti della Snam”. Al termine del sit-in i manifestanti, circa una ventina, hanno annunciato che le iniziative di protesta proseguiranno anche nei prossimi giorni e andranno avanti fino a quando sarà scongiurata in maniera definitiva la realizzazione della centrale Snam.