ACERBO (PRC): SIA FATTA GIUSTIZIA PER OUSMANE

“Confidiamo che la Procura della Repubblica di Sulmona che ha aperto un’inchiesta accerti tutte le responsabilità. Ousmane lavorava come pastore. Per riscaldare l’ambiente dove alloggiava e dormiva aveva acceso un braciere che ne avrebbe causato il decesso per le esalazioni del monossido di carbonio durante la notte”. A chiedere giustizia sulla tragica fine di Ousmane, l’immigrato deceduto per le esalazioni di un braciere, nei locali dell’azienda per la quale lavorava, è Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista. “Questo ragazzo non è morto per un incidente, è morto di sfruttamento. Come si fa a far vivere una persona nel 2019 in un locale in zona montana senza riscaldamento? Non è la prima tragedia di questo genere in Italia e in Abruzzo. Lavoratori immigrati a cui non si garantisce neanche il riscaldamento. E’ normale e accettabile? Il datore di lavoro ha l’obbligo di garantire un alloggio decente e a 800 metri sull’appennino non può essere senza riscaldamento. Ma perchè preoccuparsi tanto sono solo immigrati” continua il leader comunista. “Chi va a controllare queste situazioni? Quanti sono ora in Abruzzo e in tutta Italia nella situazione di Korouma? Chiediamo controlli a tappeto in tutte le aziende per verificare se i lavoratori hanno un contratto e in che condizioni vivono. Di fronte a storie come quella di Korouma esprimiamo il nostro disprezzo per chi diffonde nel paese lo spauracchio di immigrati delinquenti e nullafacenti”, conclude Acerbo.