I SINDACATI: REGIONE IN RITARDO NELLA RIORGANIZZAZIONE DELLA SANITA’
Il futuro della sanità abruzzese al centro dell’incontro che si è svolto oggi tra i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl Abruzzo e l’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì. Le parti sociali rilevano una “forte carenza nelle relazioni sindacali, considerato il fatto che a dieci mesi dall’insediamento del nuovo
esecutivo sono state convocate solo due volte”, ma in tal senso
l’assessore ha dichiarato la volontà di rafforzare le relazioni con
incontri programmati periodici e sistematici .Nel merito dei temi affrontati nel corso dell’incontro, Cgil, Cisl, Uil e Ugl “hanno rilevato il ritardo con il quale si sta procedendo a riorganizzare la sanità abruzzese, anche considerata l’inerzia delle ASL abruzzesi in alcuni casi ancora senza guida”.
“Relativamente alla rete ospedaliera – affermano le quattro sigle – il
giudizio dei sindacati è critico perché il piano dispone la rinuncia
alla realizzazione di veri Poli di eccellenza sanitaria, in attesa del
compimento degli iter di progettazione e di realizzazione dei nuovi
ospedali. L’Abruzzo in questo modo rischia di essere una regione troppo
lenta e ripiegata su se stessa, il tutto mentre le altre regioni si
riorganizzano velocemente e drenano risorse economiche attraverso la
mobilità sanitaria extra regionale passiva che ha già raggiunto livelli
allarmanti soprattutto nei confronti delle Marche, Lazio, Emilia
Romagna, Veneto e Lombardia”. “I sindacati – aggiungono – condividono la necessità espressa dalla Verì di rivedere la programmazione sull’edilizia sanitaria che era stata operata dalla precedente Giunta Regionale la quale, attraverso la costruzione di nuovi ospedali con la tecnica del project financing, avrebbe creato dei forti dissesti economici nelle ASL pregiudicando la qualità delle cure. Purtuttavia è necessario che la nuova Giunta Regionale tracci prioritariamente il disegno strategico di
riorganizzazione della rete ospedaliera e su tale base individui le
priorità per l’utilizzo delle risorse già stanziate per la costruzione
degli ospedali, tenendo conto che nuove risorse potrebbero arrivare
dalla prossima legge di bilancio nazionale”. “Tra l’altro – proseguono – solo a seguito di una chiara definizione della rete ospedaliera secondo i dettami delle vigenti normative nazionali, i ministeri competenti consentiranno di sbloccare nuove risorse per l’assunzione di personale nelle ASL. La carenza di personale sanitario, infatti, sta mettendo in serio pericolo la qualità
dell’assistenza sanitaria. Anche su tale tema i sindacati hanno rilevato
poca chiarezza. Oltre ai numeri dati dall’assessore alla stampa, non è
dato sapere, se non attraverso la lettura dei verbali del tavolo di
monitoraggio, il saldo tra nuove assunzioni e pensionamenti, quali e
quante nuove unità personale sono state effettivamente immesse nella
sanità pubblica, quali gravi scoperture di organico si sono create a
seguito della scelta degli operatori di andare in pensione con quota
100. Dunque il rischio non è solo quello di mantenere la nostra sanità
immobile rispetto alle sfide del cambiamento, ma anche quello di avere
ospedali operativi sulla carta ma che in realtà saranno sprovvisti di
personale ed attrezzature adeguate”.“Nota positiva, seppur da approfondire nel merito – evidenziano Cgil, Cisl, Uil e Ugl Abruzzo – la volontà espressa dalla Verì di potenziare i servizi territoriali attraverso un potenziamento dei distretti e l’attivazione di nuove strutture. Su tale questione comunque i sindacati vogliono verificare effettivamente gli investimenti e le risorse che la Regione vorrà mettere in campo per implementare tale nuova
organizzazione. Ciò perché il tema del potenziamento della medicina
territoriale è stato caro a tutte le giunte regionali che si sono
succedute nell’ultimo decennio, ma troppo poco è stato fatto finora alla
luce del fatto che la popolazione abruzzese invecchia e che aumentano le
malattie croniche, le poli-patologie, la non autosufficienza. Nella
discussione odierna non siamo riusciti a cogliere come, quando e con
quali risorse il nuovo progetto verrà attuato”.“Infine i sindacati hanno evidenziato come, dopo sette mesi dal lancio in grande stile di un piano regionale per l’abbattimento delle liste di attesa, oggi la Regione non avverta il dovere di informare quali risultati quel piano ha prodotto o almeno come quel piano si stia attuando attraverso il lavoro delle ASL”.