AUTO RUBATA PER UN EQUIVOCO, UNA CONDANNA E UN’ASSOLUZIONE PER DUE SULMONESI

Credendo di fare un semplice favore ad un amico spostando l’auto del fratello più avanti da dove era stata parcheggiata è finito sotto processo per furto pluriaggravato in concorso. Ma il giudice del Tribunale di Sulmona, Concetta Buccini, ha assolto Maurizio Restaino, 64 anni, sulmonese, perché il fatto non costituisce reato, condannando invece il cinquantunenne, Maurizio Ventresca, anche lui di Sulmona, ad un anno di reclusione con ammenda di 500 euro. Questi i fatti: Ventresca aveva chiesto a Restaino di spostare una Mercedes, parcheggiata lungo via papa Giovanni XXIII, con le chiavi nel quadro, dicendogli che era del fratello. Un semplice favore. Fatto il favore Restaino ha portato l’auto all’amico, in via Cappuccini. L’imprenditore Pietro Leonarduzzi, proprietario reale dell’auto, vedendo l’auto portata via da un estraneo ha subito avvertito i carabinieri. Per puro caso mentre Restaino percorreva a piedi via papa Giovanni, dopo il “favore” fatto all’amico, ha incontrato l’imprenditore derubato dell’auto che gli ha chiesto spiegazioni, avendolo riconosciuto come l’estraneo alla guida della sua auto. Restaino è parso cadere dalle nuvole, dicendo di aver fatto solo un favore ad un amico, ignorando che l’auto fosse di proprietà dell’imprenditore, la cui agenzia è proprio in via papa Giovanni XXIII. Nell’aula del Tribunale l’avvocato Alberto Paolini, difensore di Restaino, ha riportato l’accaduto secondo la versione del suo assistito chiedendo ed ottenendo l’assoluzione.