TRAVERSATA DELLA MAIELLA IN 11 ORE, ANDATA E RITORNO PER DUE ESCURSIONISTI DI ROCCARASO
Storica impresa di due giovani di Roccaraso, Alessio Giancola e Donatello Di Sante, con la traversata della Maiella, compiuta in undici ore. Sessantaquattro chilometri, tra andata e ritorno, in un cammino a tratti molto duro, concluso superando una prova non priva di difficoltà, diventata alla fine un sogno realizzato. Nel racconto di Giancola i due escursionisti sono partiti “carichi di speranza, di dubbi, di “paure”, il rischio era di non farcela”. E’ stata dura affrontare le prime salite. In un’ora i due escursionisti hanno toccato monte Porrara (2137metri), subito una discesa tecnica, passando per la Cima Ogniquota (2100metri), e poi via velocemente hanno raggiunto Guado di Coccia (1676 metri). “Fatti dieci chilometri in un’ora e mezza, ci aspettava probabilmente la salita più dura del giorno, riprendendo così velocemente quota, in poco più di tre chilometri, siamo giunti ai 2403 metri di Tavola Rotonda – racconta Giancola – ci trovavamo a 14 chilometri con 1600 metri di dislivello e più di 2 ore nelle gambe, ci chiedevamo spesso come stavamo e ci davamo incoraggiamenti. Una breve sosta per mangiare qualcosa di energetico e via veloci lungo il maestoso altopiano di Femmina Morta, che si sviluppa fra i 2400 e i 2500 metri, altri 5 chilometri, ci hanno portato molto velocemente ai piedi del maestoso Monte Amaro”. “Continuavo a controllare i tempi e le velocità di percorrenza e a fare i miei calcoli, così da capire se potevamo farcela prima della notte ed in che tempi – continua il racconto – parlavamo poco, solo qualche feedback e sguardi di intesa, eravamo presi ad ascoltare il nostro corpo, la natura e a scandire i giusti ritmi. Siamo ormai vicini al punto più alto della nostra spedizione, nel vallone la temperatura era mite e il vento non si faceva sentire, ma salendo le condizioni cambiano, siamo nei pressi della Grotta Canosa a circa 2600 metri, in pochi minuti siamo in vetta”. I due arrivano a Bivacco Pelino e dopo uno sguardo d’intesa decidono di continuare la spedizione. Le gambe si fanno sentire ma la testa comanda di andare avanti. I due escursionisti, sempre più armati di buona volontà e forte capacità di resistenza, sfidando anche vento e freddo, riescono ad arrivare a Cima Pomilio e proseguire. Non mancano momenti di stanchezza e qualche attimo di comprensibile apprensione e sconforto. Ma, per l’appunto, sono solo attimi che passano. Ed ecco il traguardo del sogno. “Cima Ogniquota arriva ma il risciaquo verso il Porrara sembra insormontabile, ma si, è vetta, 10 ore e 53 minuti e con il sole che ci sta salutando ci fermiamo ai piedi della croce per darci forza, 5 chilometri in discesa e ci siamo, dopo oltre 59 chilometri dovrebbe essere una passeggiata – racconta ancora Giancola – Dai dai ripartiamo, il tempo di tirare fuori le lampade frontali ed è buio, i km scorrono lenti alla luce della frontale in una bella e tecnica discesa, ma alla fine esausti siamo arrivati, ecco finalmente la fine del sentiero è arrivata, si ci troviamo dove eravamo partiti. La testa ha vinto 11 ore e trentasei minuti, di cui quasi dieci ore in movimento e oltre 4200 metri di dislivello per realizzare un sogno”. La gioia dei due escursionisti esplode in un ringraziamento a “Maja” che è madre, leggenda, storia, spiritualità, la montagna di Celestino V, la biodiversità. L’impresa è compiuta.