CENTRO DIABETE POPOLI SENZA MEDICI, GRAVI DISAGI
Tre medici andati in pensione, non ancora sostituiti, visite di controllo non prenotabili al cup e perciò non ci sono visite di controllo, con l’impossibilità dei pazienti di portare avanti il piano terapeutico. In queste condizioni di disagio versa il centro diabete dell’ospedale di Popoli. A denunciare la situazione in una nota, è il Centro iniziativa diabete Alta Val Pescara-Val Tirino. “La visita diabetologica specialistica è indispensabile per la prevenzione e per la cura delle diverse forme di diabete al fine di assicurare ai pazienti una corretta prescrizione e dispensazione dei farmaci. Quando si parla di salute è sempre valido il principio ‘prevenire è meglio che curare’ quindi, prima che si cominci a parlare dell’esclusione del presidio di Popoli dalla rete dei centri diabetologici della regione Abruzzo, è opportuno segnalare ciò che sta accadendo ai pazienti in cura presso il Servizio Diabetologico dell’Ospedale di Popoli” sostiene il Centro d’iniziativa.”Ben tre medici sono andati in pensione e non sono stati sostituiti – spiega il Centro – non sono state attivate le necessarie procedure per l’inserimento di personale medico. Centinaia di pazienti già in cura non possono prenotare le visite diabetologiche di controllo perché il Cup – Centro Unico Prenotazioni non dispone dei calendari delle visite da effettuarsi a Popoli. Molti di questi pazienti necessitano di rinnovo del piano terapeutico che ha una validità limitata. Senza visite di controllo niente piano terapeutico, niente farmaci e niente presidi per diabetici, come siringhe e aghi per insulina, lancette pungidito, strisce reattive per glicemia”.”Questa situazione sta portando danni incalcolabili alla salute dei cittadini di tutto il comprensorio di Popoli e dell’alta Val Pescara e della Val Tirino – accusa il Centro d’iniziativa diabete – Oggi sappiamo che molti non possono permettersi lo spostamento in altri centri e pertanto stanno rinunciando a curarsi. Anziani, soprattutto anziani, ma anche pazienti giovani e disoccupati dimenticati anche nella difficoltà della cura di una malattia che non si può combattere senza la prevenzione e la sensibilità di chi ha il dovere di prendere decisioni”.