VITTORIE E SACRIFICI DEI RAGAZZI DI GIOSTRA, UN TESORO DA VALORIZZARE

Sono quattro gli sbandieratori sulmonesi che ieri sera, a Faenza, nella XXXIX° edizione della Tenzone Aurea, hanno gareggiato nelle finali delle specialità di Coppia e Piccola Squadra: Filippo Ficorilli, Michael Gasbarro, Lorenzo Balassone ed Emanuele Caldarone. Risultati importanti che lasciano un segno della presenza di Sulmona nella “capitale delle bandiere” e che inorgogliscono l’intera città, ma per capire meglio cosa sono riusciti a realizzare questi ragazzi serve guardare tutto da un’altra prospettiva: bisogna conoscere cosa c’è realmente dietro. Non ci si può fermare al primo squillo di chiarine o alla perfetta esecuzione di un esercizio. Bisogna andare oltre e conoscere e comprendere i sacrifici e le scelte che hanno portato quattro ragazzi sulmonesi in finale negli A1, tra i migliori in Italia. Due ragazzi del Borgo San Panfilo, due del Sestiere Porta Filiamabili, due rioni agonisticamente rivali, due diverse strade intraprese, due approcci differenti alla stessa passione per le bandiere. “Il nostro è un gruppo molto giovane – spiega Ficorilli – che negli anni ha dovuto, non solo affrontare cambi generazionali, ma anche sostituire i molti ragazzi costretti ad abbandonare questa loro passione per motivi di studio o di lavoro”. È proprio questo uno dei principali problemi dei gruppi di musici e sbandieratori sulmonesi: terminata la scuola superiore, un gran numero di ragazzi è costretto ad andare fuori città per una mancanza di reali prospettive future nel territorio, sia in ambito lavorativo che di studio. “Sono molti i ragazzi desiderosi – continua Ficorilli – di entrare nel gruppo di musici e sbandieratori, ma poi, arrivati ad una determinata età, sono costretti ad andare via e di conseguenza per noi, ogni anno, è quasi come ricominciare tutto da capo. In altre città in cui è forte la tradizione di musici e sbandieratori, come per esempio Ascoli, Ferrara e Faenza, non succede tutto questo poiché dispongono di centri di studio più importanti e più vicini e le possibilità di lavoro sono totalmente diverse. Se qui a Sulmona avessimo avuto una situazione economica, e forse anche sociale, migliore, sono convinto che noi, così come tutti gli altri gruppi sulmonesi, avremmo potuto ambire a risultati più alti”. Un disagio importante questo, che amplifica i risultati conseguiti negli anni dai “cigni” del Borgo San Panfilo, poiché toglie loro, ed a tutti gli altri borghi e sestieri di Sulmona, la possibilità di pianificare un progetto a lungo termine per il gruppo, tarpandogli le ali in partenza. Proprio la situazione di Lorenzo Balassone e di Emanuele Caldarone conferma le parole di Ficorilli. Ieri sera, infatti i due ragazzi hanno raggiunto un ottimo quinto posto nella Specialità Piccola Squadra con il Rione Santo Spirito di Ferrara. È proprio questo il punto, con una contrada non di Sulmona. Balassone e Caldarone per motivi di studio e di lavoro hanno dovuto abbandonare la propria città ed il proprio sestiere, si sono ritrovati insieme a Ferrara e non hanno resistito al richiamo della bandiera, iscrivendosi al Rione Santo Spirito in cui si stanno togliendo parecchie soddisfazioni. “Sarebbe stata un’altra cosa partecipare ai campionati con i colori con cui siamo nati – commenta Balassone – ma purtroppo non è stato possibile a causa delle difficoltà di trovare prospettive future a Sulmona. Il Sestiere Porta Filiamabili, infatti, ha dovuto abbandonare l’idea delle gare nazionali proprio per motivi numerici e non qualitativi, gran parte del gruppo tecnico durante l’anno è fuori per studiare o per lavorare. Emanuele ed io però, non abbiamo voluto abbandonare la nostra passione e, trovandoci a Ferrara, ci siamo iscritti in una contrada: il Rione Santo Spirito. Ringraziamo tutti i ragazzi estensi che ci hanno accolto benissimo, non è stato facile entrare in un meccanismo già oliato per via delle molte differenze di approccio alla bandiera anche sulle cose più semplici. Colgo poi l’occasione – continua Balassone – per fare i complimenti al Borgo San Panfilo, nonostante la rivalità esistente tra Filiamabili e loro. Grazie alle loro qualità, ed anche al fatto che non sono molti i ragazzi che hanno dovuto abbandonare nel corso degli anni, sono riusciti a raggiungere questi importanti risultati”. Risultano essere troppo pochi 25 anni di storia per poter sperare di avvicinarci ai livelli di centri come Ferrara e Faenza con sedi sociali che occupano interi palazzi storici, bar e ristoranti da poter dare addirittura in gestione. Per Sulmona è necessario, oltre che importante, migliorare la situazione non solo per cercare di ridurre le distanze economiche con le altre città, ma anche per trarne beneficio dal punto di vista turistico. Notevoli, infatti, sono le differenze tra Sulmona e le altre città con rievocazioni storiche anche e soprattutto nel livello di organizzazione dei rioni. “A livello organizzativo – continua Ficorilli – tutti i gruppi contro cui abbiamo gareggiato sono milioni di anni avanti a noi. Loro hanno degli Enti che li supportano aiutandoli anche economicamente. L’Ente pubblicizza i propri rioni e questi ne guadagnano sia dal punto di vista di immagine che dal punto di vista meramente economico”. “Ho avuto la fortuna di vivere la contrada sia a Sulmona che fuori – spiega Balassone – e posso dire che il livello di organizzazione che c’è per esempio qui a Ferrara è inimmaginabile. Hai la sensazione di far parte di qualcosa di veramente importante”. Un dedalo di ostacoli e di difficoltà che i ragazzi sulmonesi con la passione per la bandiera, per la chiarina e per il tamburo sono costretti ad affrontare per inseguire i propri sogni e per portare in alto il nome del proprio rione o della propria città, eppure la XXXIX° edizione della Tenzone Aurea ha dimostrato qualcosa: Sulmona c’è. Questi ragazzi hanno dimostrato che nel corso degli anni sono cresciuti tecnicamente ed hanno raggiunto livelli inimmaginabili fino a pochi mesi fa. Gareggiano contro i migliori d’Italia, contro i loro maestri faentini e si fanno onore in tutte le piazze italiane e nello scorso fine settimana sono usciti a testa alta al campo di gara. I ragazzi sulmonesi ci hanno dimostrato di essere pronti, di aver superato le difficoltà e di star colmando ogni gap. Adesso però serve qualcosa di più. Serve che le istituzioni e la Giostra possano sempre più sostenere, salvaguardare e valorizzare questi ragazzi che portano in alto il nome di Sulmona e dell’intero Abruzzo. Facciamo qualcosa di più per tutti i ragazzi di Sulmona che continuano a rimanere a bocca aperta davanti le immense sedi degli altri rioni in tutta Italia e che ancora fanno fatica ad immaginare quale sia il livello di organizzazione che c’è dietro molte altre contrade italiane. Facciamo qualcosa di più per risolvere loro alcuni dei problemi, come quello della carenza, per non dire assenza di palestre agibili in cui allenarsi durante l’anno. Facciamo qualcosa di più per far sentire loro la vicinanza della città. Facciamo qualcosa di più per questi ragazzi, anche se non chiedono mai nulla. Facciamo qualcosa di più per Filippo, Michael, Lorenzo ed Emanuele che ieri hanno dimostrato tutto il loro immenso valore, evidenziando quanto stiano crescendo i musici e gli sbandieratori di Sulmona. Facciamo qualcosa di più per tutti i borghi e sestieri della città invece di ridurci sempre alla solita critica sulmonese. Facciamo qualcosa di più per tutti i ragazzi che si impegnano nelle attività inerenti alla Giostra Cavalleresca, che si allenano tutto l’anno fino a tarda notte, e che poi sono costretti ad abbandonare la loro passione. Valorizziamo tutti questi ragazzi che si impegnano, nonostante le mille difficoltà. Facciamo qualcosa in più per loro e dimostriamo a tutti i ragazzi dei gruppi di musici e sbandieratori di Sulmona di aver capito quale tesoro abbiamo tra le mani.

 

Lorenzo Marsicola

(FOTOSERVIZIO DI GIOVANNI ESPOSITO)