SPOPOLAMENTO E SCUOLE VUOTE NEL CENTRO ABRUZZO, ALLARME DELLA CGIL
La Cgil provinciale lancia una vertenza con istituzioni del territorio e Regione sulle allarmanti criticità che affliggono il mondo della scuola, soprattutto nel Centro Abruzzo. Condizione di estrema difficoltà che necessità di interventi straordinari, non più rinviabili, per ribaltare l’attuale situazione e restituire speranze e sbocchi per il futuro di un intero territorio. I dati diffusi oggi dalla Cgil dicono che in tre anni, nelle scuole d’infanzia, primaria e secondaria di primo grado (elementari e medie) c’è stato un calo di 703 alunni. Mentre nelle zone più interne del territorio chiudono le scuole e con coraggio le famiglie accettano di spostare i figli anche a decine di chilometri dal luogo di residenza. Così come la situazione non è migliore per le medie superiori di Sulmona, Castel di Sangro e Roccaraso. L’istituto onnicomprensivo di Roccaraso è sottodimensionato, mentre Sulmona patisce ancora l’assenza dell’istituto De Nino-Morandi, che continua a perdere iscritti. E ancora esistono strutture scolastiche, come le palestre per insegnare educazione fisica, che restano inagibili, a Sulmona e Pratola Peligna, in attesa del loro adeguamento alle norme di sicurezza sismica. A proposito di edilizia scolastica la Cgil fa notare che su 24 interventi possibili nel Centro Abruzzo appena sei cantieri hanno visto la conclusione dei lavori. In affanno anche i servizi forniti alle scuole, come la mensa e il personale ausiliario. Una situazione che fa presagire un futuro molto difficile per il Centro Abruzzo, con il capoluogo peligno, che da “gioiello passato di storia e cultura”, rischia un declassamento inesorabile. Sarebbe ora che su questa situazione si aprisse una concreta riflessione di istituzioni e forze politiche del territorio e regionali, troppo abituate a fermarsi alla sterile polemica e alle chiacchiere, senza capacità di andare oltre. Come dimostra anche lo scarso livello del dibattito locale, un indecente ping-pong di polemiche che a nulla e nessuno giovano, se non a protagonismi personali e di nuove o vecchie cricche della politica cittadina, che perseverano in dispute inutili.