CENTROSINISTRA, SU NOMINE GIUNTA REGIONALE FERMA E NEL CAOS

Sul caso di Francesco Zavattaro, il manager designato alla Asl provinciale di Chieti, dal governatore abruzzese, Marco Marsilio, che ieri ha detto no, e sulle nomine legate alle spoil systema al palo, insorge la opposizione di centrosinistra. “Ma è mai possibile – ha attaccato il deputato dem Camillo D’Alessandro – inchiodare una Regione sulle nomine, tra l’altro di uno, Zavattaro, assolutamente non rimpianto da nessuno quando è stato alla Asl di Chieti, che ora pretende anche di avere uno stipendio più alto, notizia mai smentita. Andrebbe sbattuto fuori dalla porta dell’Abruzzo. Dovrebbe essere onorato lavorare per la nostra Regione, ma ormai dal romano Marsilio a Zavattaro l’Abruzzo è diventata terra di conquista. Ho letto che Zavattaro vorrebbe una preventiva certificazione dei debiti: ha ragione, cominciamo da quelli che ha lasciato lui. Ciò che mi sconvolge è la faccia tosta di questi nuovi signorotti a cui non interessa nulla dell’Abruzzo assetati come sono di poltrone mentre dovrebbero almeno, contemporaneamente, pensare anche a governare”. Il deputato spiega che “basta farsi una camminata in Regione nella maggior parte degli uffici tutto è fermo alla ordinaria amministrazione, con assessori assenti, senza progetti e guida. Le uniche cose fatte e deliberate sono attuazioni del lavoro derivante dalla precedente legislatura, a partire dal Masterplan unica risorsa finanziaria a cui quattordici mesi di governo nazionale della Lega non hanno aggiunto neanche un euro”. Duro anche il commento dell’ex assessore regionale alla Santà Silvio Paolucci, capogruppo Pd in Consiglio regionale: “Abruzzo sempre più nel caos, la Giunta lenta si spacca sull’indicazione di un manager della sanità, Zavattaro, che non aveva alcuna intenzione di essere indicato e che non trova le risposte che cercava (quali?). La situazione è tragica, oltre che imbarazzante – incalza Paolucci-. Non è mai accaduto che la Regione Abruzzo si sia fermata a causa di una maggioranza bulimica solo rispetto a posti chiave ed incarichi di piccolo cabotaggio. Le riunioni, finora tutte infruttuose, sulle circa 75 poltrone da occupare, danno la precisa misura dell’attaccamento alle questioni di interesse generale di questa classe dirigente, che non governa, e fa approfondimenti solo sugli equilibri di potere e non sulle vertenze che interessano gli abruzzesi”.