ACCUSE INFONDATE, L’EX COMANDANTE POLFER CHIEDE MAXI RISARCIMENTO AI COLLEGHI

Era stata accusata dai colleghi della sede Polfer di Sulmona, da lei stessa guidata. Le accuse riguardavano il presunto suo assenteismo dal posto di lavoro, di aver utilizzato l’automobile di servizio per andare dalla parrucchiera e di aver percepito indennità per il servizio di vigilanza scalo senza averlo effettivamente svolto. Tutte le accuse si sono rivelate infondate e la comandante della sede della polizia ferroviaria di Sulmona Antonella Stringini è stata assolta da queste accuse con rito abbreviato davanti al Gup del tribunale di Sulmona. Ora l’ex responsabile del posto di polizia dello scalo ferroviario di Sulmona definitivamente chiuso dal maggio del 2017, anche in relazione a questa vicenda, è passata al contrattacco chiedendo ai colleghi che l’avevano accusata un maxi risarcimento di 200mila euro. L’atto di citazione è stato notificato nei giorni scorsi e la prima udienza si terrà il prossimo 9 ottobre. Il risarcimento è stato chiesto agli ex ispettori della Polfer Marco di Padova, Gino Marganelli e Concettina Imperatore tutti e tre attualmente in forza presso il commissariato di Sulmona di via Sallustio; Alessio Imperatore, Luigi Capaldo e Sandro Fasciani, oggi in servizio nella sottosezione della polizia stradale di Pratola Peligna. I fatti come detto fanno riferimento al 2013 quando Antonella Stringini finì al centro di una clamorosa inchiesta sollecitata dai suoi stessi colleghi di lavoro e portata avanti dall’allora dirigente Polfer di Ancona in quanto responsabile anche della sede di Sulmona. Nelle more del procedimento penale che si è chiuso con l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”, per motivi di opportunità e di incompatibilità ambientale, la Stringini è stata trasferita da Sulmona alla questura di Pescara. In conseguenza del trasferimento l’ex comandante della Polfer sarebbe stata costretta a chiedere un periodo di aspettativa, dal 2016 al 2018, per poter accudire gli anziani genitori, in particolare il padre affetto da gravi patologie. Tutte situazioni che secondo il suo legale, l’avvocato Uberto Di Pillo, le avrebbero precluso l’avanzamento di carriera, un danno esistenziale ma soprattutto un danno patrimoniale che è stato stimato in 200 mila euro. Nell’atto di citazione viene sottolineato che “il comportamento tenuto dai colleghi culminato con la denuncia, appare di ancor più rilevante gravità posto che proviene da rappresentanti delle forze dell’ordine, pubblici ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria dai quali è lecito pretendere una prudenza, un’attenzione e una competenza in tale materia di certo superiore a quella media dell’uomo della strada”.