SOLIDARIETA’ A CLAUDIO LATTANZIO, RESTIAMO SEMPRE DALLA PARTE DELLA LIBERA INFORMAZIONE

Il gravissimo episodio di vile violenza che nelle prime ore del Ferragosto ha colpito il collega Claudio Lattanzio rappresenta il sintomo più preoccupante ed il culmine di un clima di odio, di contrapposizioni aspre, di dure polemiche, di rancori e conflitti costanti che anche in questa città sono diventati tarlo delle istituzioni e della comunità, coinvolgendo anche i giornalisti, soprattutto quando questi ultimi esercitano liberamente e con scrupolo la loro delicata professione al servizio della comunità. L’informazione infatti è bene fondamentale di una società sana e libera. Intanto contiamo sull’opera delle forze dell’ordine che presto possano individuare e assicurare alla giustizia gli autori del vile gesto incendiario. Ma i segnali premonitori di un clima che in città è cambiato, sicuramente in peggio, per effetto di tanta indifferenza e di superficialità in particolare davanti ai fatti di cronaca che parlano di una città affetta ormai dagli stessi mali di città più grandi, sono troppo spesso sottovalutati quando addirittura ignorati da istituzioni, partiti politici (o quel che di essi resta), movimenti, associazioni, cittadini. Il loro silenzio è eloquente. Ci si accapiglia in polemiche futili e in oziose diatribe, condite anche di gocce di veleno, dietrologie, spalmate di invidie e rivalità personali. A dare manforte a questo clima ora incidono anche i social dove tutti si sentono liberi di sparlare, inveire, istigare, diffondere i peggiori sentimenti. Ma davanti a questo scenario inquietante si preferisce tacere, soprassedere, fingere di non vedere, non sapere e non capire, soprattutto da parte di chi dovrebbe pensare e concepire rimedi concreti e rapidi, prima che sia troppo tardi. Oggi anche a Sulmona il giornalista che fa fino in fondo il suo dovere, parlando e scrivendo di fatti, “alla luce del sole”, senza farsi strumentalizzare e senza nascondere nulla, senza omertà e muovendosi nell’interesse di tutti, con correttezza e senza mai cedere a parzialità, è subito bersaglio di querele (quando va bene) se non addirittura di minacce espresse o velate, che trapelano non solo da telefonate o incontri con richieste di chiarimenti ma anche da commenti postati sui social. Tutti atteggiamenti e comportamenti finalizzati spesso all’intimidazione e all’offesa del giornalista che ha esercitato solo e soltanto il proprio sacrosanto diritto-dovere di informare. E che fin quando eserciterà questo diritto-dovere, liberamente e nel rispetto delle regole professionali, potrà andare sempre a testa alta. Rinnovando la nostra solidarietà al collega Claudio Lattanzio, continueremo insieme a lui e come lui ad adempiere al nostro dovere professionale stando sempre da una parte: quella della libera informazione e del servizio alla comunità nella quale viviamo e al suo bene, restando al nostro posto per lavorare dando il nostro umile contributo per una società libera e sana.