PIANO SANITARIO, VERI’ INFURIATA SU FUGA DI NOTIZIE: TUTTO FATTO AD ARTE
Mentre le proteste sul piano sanitario regionale proposto dalla nuova giunta regionale crescono l’assessore alla Sanità, Nicoletta Verì, va su tutte le furie per le anticipazioni trapelate sul piano. Un fatto che l’assessore non ha digerito e sul quale anzi chiede di fare luce, per accertare chi siano state le “talpe”. Secondo l’assessore la fuga di notizie sarebbe stata “organizzata ad arte per creare confusione e generare malumori e scontri su qualcosa che semplicemente, oggi, non esiste perché non è stato formalizzato alcunché”. Nel frattempo, però, le ipotesi emerse fanno discutere. Il centrosinistra già ieri aveva tuonato, parlando di “fine del bluff elettorale”. Perfino il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ha chiesto di far procedere parallelamente e con le stesse tempistiche le procedure per la creazione dei due Dea di secondo livello, ovvero i super ospedali Chieti-Pescara e L’Aquila-Teramo. Una presa di posizione necessaria alla luce della vaghezza sul tema all’interno del documento di piano. L’assessore ha annunciato che lunedì saranno trasmesse al tavolo di monitoraggio ministeriale “esclusivamente le schede con le risposte alle criticità che erano state evidenziate nei precedenti verbali, con l’aggiunta della ridefinizione delle classificazioni degli ospedali di Penne e Popoli, del presidio di Guardiagrele, mentre la deroga per il punto nascita di Sulmona è stata già inoltrata”. Un modo per spiegare che su tutti gli altri aspetti che riguardano il riordino della rete il tavolo tecnico regionale sta ancora lavorando sul documento su cui, ha auspicato l’assessore, ci saranno confronto e condivisione in tutte le sedi. Il documento in circolazione è assai corposo ed entra nel merito di molte questioni, pur non modificando granché rispetto all’ipotesi di riorganizzazione che era già stata formulata dal governo di centrosinistra guidato da Luciano d’Alfonso. E cioè sette ospedali di primo livello: L’Aquila, Avezzano, Chieti, Lanciano, Vasto, Pescara e Teramo. Di questi, quattro con funzioni di super ospedale, ovvero i capoluoghi di provincia. Ci sarebbero poi gli ospedali sede di pronto soccorso, ovvero Sulmona, Giulianova, Atri, Sant’Omero, Popoli, Penne. Due di questi ultimi, ovvero Giulianova e Sulmona, hanno contestato questa ipotesi, auspicando di poter diventare presidi di primo livello. Dura anche l’analisi dei Cinque Stelle: “Un piano non completo – ha detto il consigliere regionale Domenico Pettinari -, una sorta di bozza niente di più, è questo il documento che ci ha propinato l’assessore Verì in commissione sanità spacciandolo per il riordino sanitario che questa regione sta aspettando con grandi speranze. Alla confusione, creata dallo stesso assessore che ha presentato un documento che va a smentire quello uscito qualche giorno fa sulla stampa, si aggiunge una richiesta di rinvio per la stesura definitiva. Un rinvio che potrebbe costare agli ospedali di Penne e Popoli la chiusura, poiché rallentando ancora l’approvazione del piano rischiamo di far scadere le deroghe al decreto Lorenzin che con grande fatica avevamo ottenuto per i due nosocomi delle aree interne abruzzesi”.