CONTROREPLICA DEL PD, SETTE DOMANDE AL SINDACO CASINI
La minaccia di querela non scoraggia il Pd che torna alla carica contro il sindaco Annamaria Casini, rivolgendole alcune domande. “Strano modo di fare quello di questa sindaca che abbandona l’assise comunale quando non sa cosa rispondere, oppure minaccia querele urbi et orbi ma non entra nel merito di quelli che sono argomenti di critica politica” premette il circolo Pd, che preferisce porre domande al sindaco. “Ci dica sindaca: è una insinuazione il fatto che siano stati assegnati ad una persona per una sola seduta di commissione 1500 euro più rimborso, e che quella stessa persona pochi giorni dopo sarebbe diventata dirigente del Comune e perciò non ne avrebbe avuto diritto?” chiedono i dem. E ancora: “Ci dica sindaca: è una calunnia il fatto che ad una società con determina dirigenziale n. 182 del 12 settembre 2018, venivano affidati direttamente servizi per un totale di euro 45 mila circa? E’ vero o non è vero che di quella società nello stesso giorno in cui veniva firmata la determina, risultava nominato amministratore unico, già proprietario, il figlio del suo ex avversario, ex sindaco, ex consigliere regionale ed oggi sua stampella in consiglio comunale? Di quante situazioni quali quelle che abbiamo riportato è “infestata” l’attività della sua amministrazione? E ancora, poiché afferma che al nuovo PD locale –che a lei non piace, preferiva quello a trazione dimasciana ovviamente,- non interessa il bene della città, ci dica quali attività lei è riuscita a compiere per il bene della città? Forse il declassamento dell’ospedale ? Ma ci dica anche quale è la sua storia politica, a quale partito è mai stata iscritta, in quale area politica lei si riconosce”. “Con il centro sinistra, di cui faceva parte l’assessore che la candidò, oppure con il centrodestra per il quale lei ha fatto campagna elettorale alle elezioni regionali in favore della moglie dell’ex assessore?” chiede ancora il Pd, adottando uno stile che si direbbe forense. “Ci risponda sindaca, se può. Perché l’unico dato incontrovertibile che emerge sicuramente dalla sua condotta politica ed amministrativa è che lei sta dalla parte di se stessa, saldamente ancorata alla poltrona per la quale altri l’hanno individuata e dalla quale lei non si vuole staccare. “Costi quel che costi” conclude il circolo Pd.