COMITATO DE NINO-MORANDI: STOP ALLA CAPOGRASSI IN VIALE MAZZINI, TORNI ISTITUTO TECNICO
“Il Comune a propria tutela non dia seguito alla procedura di gara espletata” per l’utilizzo dell’edificio della società S.Antonio, in viale Mazzini, a beneficio della scuola media Capograssi e il presidente della Provincia, Angelo Caruso, firmi subito il contratto di fitto con la società S.Antonio, per il rientro degli studenti dell’istituto De Nino Morandi, nell’edificio di viale Mazzini. L’intimazione viene all’amministrazione comunale da parte del Comitato di docenti e genitori dell’Istituto tecnico “De Nino-Morandi” che sul caso ricorre anche al ministro dell’Istruzione, Bussetti. Lo stesso comitato invierà alla Corte dei Conti tutta la documentazione sulla vicenda, per accertare se non si sia concretizzato un danno erariale nel fatto che l’amministrazione comunale ha indetto una gara per collocare gli alunni della Capograssi nell’edificio di viale Mazzini, senza aver prima valutato se nell’edificio è possibile svolgere attività didattica e di cantiere. Il comitato sostiene infatti che se da una parte ci sono costi maggiori per valutare le interferenze tra attività didattica e di cantiere, dall’altra parte vi sono costi per il fitto di nuovi locali e di adeguamento della struttura ad una realtà scolastica diversa da quella dell’Istituto tecnico, i cui lavori sono stati eseguiti per conto della Provincia. Il comitato per esempio fa riferimento ai locali per la mensa degli alunni della scuola media o i bagni per i bambini della scuola materna annessa alla Capograssi. Al comitato oltretutto non risulta che la scuola media Capograssi abbia chiesto ed ottenuto il parere dell’Asl per il trasferimento dei suoi alunni e di quelli della scuola materna. Il comitato chiede quindi che si arrivi al contratto di fitto con l’istituto De Nino Morandi, considerando anche che il contratto con la scuola media Capograssi potrebbe concludersi ben oltre il periodo d’inizio del nuovo anno scolastico. Il rischio avvertito dal comitato è che prolungando oltre la permanenza dell’istituto tecnico a Pratola si riducano ulteriormente le iscrizioni, costringendo sia il tecnico commerciale che i geometri a chiudere definitivamente i battenti. Un pasticcio che pagherebbe la città.