OFFESE SESSISTE ALLA SALVATI, L’EX SINDACO DI MASCI FINISCE SOTTO INCHIESTA
Due avvisi di garanzia sono stati recapitati all’ex sindaco Bruno Di Masci e alla ex esponente del partito democratico Luisa Leonarduzzi. La vicenda giudiziaria fa riferimento alle offese sessiste che Di Masci avrebbe pronunciato in una telefonata privata all’indirizzo della consigliera comunale Roberta Salvati. Una telefonata però, che secondo la procura, sarebbe stata registrata e diffusa all’insaputa di Di Masci attraverso Whatsapp proprio dalla Leonarduzzi. Il reato a entrambi è diffamazione e ingiurie. A rivolgersi alla procura era stata proprio la Salvati al termine di una infuocata seduta del consiglio comunale nel corso della quale aveva chiesto al presidente del consiglio Katia di Marzio, di poter mostrare all’aula e quindi a tutti i presenti il breve filmato che ha scatenato la vicenda. Al diniego della presidente la consigliera comunale aveva protestato vivacemente al punto tale da costringere la stessa presidente a chiedere l’intervento della polizia locale per espellerla dall’aula. Ma fin dal primo momento l’ex sindaco Bruno Di Masci si era difeso rigettando ogni qualsiasi accusa. In un esposto presentato in procura qualche giorno dopo, Di Masci raccontava come in effetti erano andati i fatti ricordando che tutto era avvenuto all’interno di un negozio la mattina del 30 agosto del 2018 quando durante nel corso di una conversazione telefonica privata rispetto alla quale l’autrice del video non aveva nulla a che vedere. Nei giorni successivi e precisamente il 12 settembre prendendo la parola in aula la consigliera Salvati avrebbe esordito rivolgendosi a Di Masci come “spregevole padre padrone” sostenendo che lo stesso Di Masci le faceva pensare alla figura di Mazara, personaggio di Giovanni Verga, che non si rassegna al fatto che la vita, come nel suo caso, è fatta di nemici giovani. Io voglio che il pubblico e i consiglieri e l’assise civica guardino che cosa è stato capace di dire questa persona che si ritiene grande politico della città. IO mi vergognerei, voglio che si veda questa cosa, è fondamentale”. Ma nonostante il richiamo del presidente del consiglio, la Salvati, concludendo l’intervento, si dirigeva verso il pubblico e il tavolo della stampa con il tablet in mano mostrando a tutti il video sulla telefonata che vedeva protagonista Di Masci. Contesa che soci in due denuncia: la prima della Salvati contro Di Masci e l’altra dell’ex sindaco contro tutti quelli ritenuti responsabili delle offese nei suoi confronti e della diffusione del filmato. Delle due denunce è al momento giunta a conclusione solo quella presentata dalla Salvati. A questo punto i due indagati, Di Masci e Luisa Leonarduzzi hanno 20 giorni di tempo per presentare le memorie difensive in modo da evitare la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura.