GUARDIE MEDICHE SENZA INDENNITA’, APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REGIONE
I medici di guardia lanciano un nuovo appello al governatore della Regione, Marco Marsilio, perchè vengano ripristinate le indennità di rischio sospese, pari a 4 euro lordi per ora a servizio, e già previste dal Contratto integrativo regionale del 2008. Se nella scorsa legislatura qualcuno, come l’allora consigliere regionale di minoranza, oggi assessore, Mauro Febbo, promosse alcune iniziative, oggi invece tutto tace e il problema dei medici di guardia sembra relegato nel dimenticatoio generale, di maggioranza e di minoranza. Nei giorni scorsi hanno provato a farsi sentire le guardie mediche della Provincia dell’Aquila che hanno proclamato sciopero provinciale per cinque giorni, dal 10 al 14 giugno.”Siamo i medici più sottopagati d’Italia”: sono 88 i medici distribuiti nei distretti del territorio provinciale. Le guardie mediche sono in stato di agitazione da tempo ed hanno avviato le cosiddette procedure di raffreddamento in Prefettura in aperto dissenso con l’azienda sanitaria “per le gravi e poco dignitose disparità di trattamento rispetto alle condizioni economiche e di lavoro dei colleghi nelle altre tre Asl abruzzesi”. A far precipitare i rapporti tra le parti, il mancato rinnovo per un altro semestre di un progetto Obiettivo voluto dall’ex assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci, per riconoscere le indennità negate dalla stessa Regione, un fatto questo che aveva fatto scendere in piazza anche le altre guardie mediche abruzzesi. La materia, secondo la Consulta, non può essere normata con una legge regionale e, con sentenza numero 157 emessa lo scorso 25 giugno, ha dichiarato incostituzionale la legge 14 del 2018 varata dalla Regione dopo le proteste dei medici di continuità assistenziale che si erano visti, all’improvviso, sospendere le indennità di rischio dopo la richiesta di chiarimenti avanzata dalla Corte dei conti. “Ad oggi – si legge in una nota – risultano molte cause promosse dai medici interessati contro le Asl abruzzesi, tutte vinte dinanzi al Giudice del Lavoro, soprattutto per palese violazione di contratti collettivi di lavoro e soprattutto grazie, finalmente, alla sentenza della Corte dei Conti della Basilicata che ha sancito definitivamente la legittimità del compenso previsto ai medici di guardia lucani. Infatti, a livello nazionale, proprio dalla Corte dei Conti lucana ebbe inizio nel 2017 la disavventura per centinaia di lavoratori”.”Purtroppo, assistiamo ad un silenzio da parte dell’assessore alla Sanità, Nicoletta Verì, anche lei medico, che sta provocando un crescente malcontento da parte dei professionisti e soprattutto si stanno evidenziando azioni di protesta, sotto forma di scioperi e di interruzione di attività extra non previste dal contratto di lavoro dei medici di continuità assistenziale (finora garantite in favore del cittadino) .Inoltre basti pensare che il bilancio della Sanità abruzzese, già in difficoltà si vede caricare ulteriori spese per le cause perse, con ovvio sperpero di denaro pubblico. Le Asl, infatti, a breve, dovranno restituire assieme all’indennità di rischio non liquidata dal giugno 2017, anche le spese processuali e gli interessi” concludono i medici di guardia.