RONCI: PUNTO NASCITA E OSPEDALE 1° LIVELLO, OBIETTIVI STRATEGICI PER RILANCIO DEL CENTRO ABRUZZO
“La risoluzione per il punto nascita deve essere integrata da una presa di posizione contro il
declassamento e il depotenziamento dell’ospedale di Sulmona realizzato dal Commissario ad Acta D’Alfonso e da una richiesta che esso, da Ospedale di Base qual è oggi, torni ad essere Ospedale DEA di 1° livello” ad affermarlo è l’economista Aldo Ronci. “Nel Centro Abruzzo nel 2013 le nascite sono state 471 mentre nel 2017 sono state appena 379 per cui in quattro anni le nascite hanno subito una flessione di ben 92 neonati che in valori percentuali corrisponde a -20%, valore doppio al decremento medio nazionale dell’11% – ricorda Ronci – la causa dell’altissima flessione delle nascite è data dallo spopolamento del territorio che nello stesso periodo ha registrato 1.756 abitanti in meno pari a una flessione del 5,15% dato pari a 5 volte quella italiana che è stata dello 0,49%”. Secondo l’economista la lotta per il punto nascita e una riclassificazione dell’ospedale dell’Annunziata devono procedere di pari passo “perché solo la loro presenza permette al Centro Abruzzo di avere i servizi sanitari che devono essere assicurati a tutti i cittadini e che fanno parte dei cosiddetti servizi essenziali (Sanità, Istruzione e Trasporti)”. “Per il Centro Abruzzo la disponibilità dei servizi sanitari, assieme ai servizi scolastici e ai trasporti, contribuisce a garantire il welfare dei residenti e costituisce la pre-condizione per l’innesco dello sviluppo locale in quanto garantisce il permanere della popolazione e incrementa l’attrattività dei territori” sottolinea ancora Ronci. Declassamento e depotenziamento dei servizi ospedalieri sono infatti un ostacolo per qualsiasi strategia di ripresa e sviluppo del Centro Abruzzo e comporteranno un ulteriore peggioramento della qualità della vita dei residenti in questo ampio territorio, costringendoli a viaggi defatiganti e costosi verso altre strutture sanitarie regionali ed anche extraregionali, con progressivo spopolamento del Centro Abruzzo, sempre più emarginato. “Il declassamento e il depotenziamento dell’ospedale di Sulmona dipende dal fatto che il decretoLorenzin prevede per i presidi ospedalieri di I livello un bacino di utenza compreso tra 150.000 e 300.000 abitanti, requisito che il Centro Abruzzo, con i suoi 68.000 abitanti, non ha. Purtroppo ci troviamo di fronte a un tipico taglio lineare – conclude l’economista – È assolutamente necessario lottare per far capire in tutte le sedi che un bacino di utenza non può essere lo stesso nei territori della Pianura Padana o del Tavoliere delle Puglie e nei territori che si trovano sulla Dorsale Appenninica caratterizzati da piccoli comuni in via di spopolamento, in zone montagnose e con bassa densità abitativa. Si pensi alla Provincia dell’Aquila che ha il suo territorio tutto in zona montagnosa nella quale si trovano le tre vette più alte di tutto l’Appennino (Gran sasso, Maiella e Monte Velino). Da aggiungere che un Punto Nascita di un Ospedale di Base non ha e non può avere quel livello di prestazioni sanitarie che in caso di complicazione del parto potrebbero servire ai medici per
assistere le partorienti o i neonati”.