SCIOPERO DELLA FAME DI DUE DETENUTE DEL CARCERE DELL’AQUILA: STRUTTURA CHIUSA E DURA
“Nel carcere dell’Aquila due detenute del reparto di massima sicurezza sono in sciopero della fame dal 29 maggio. Protestano per l’isolamento a cui sono costrette e denunciano una struttura chiusa e dura. La garanzia della certezza della pena non può escludere la tutela dei diritti basilari delle persone, men che meno privarle di un senso di umanità”. A denunciare il caso è Americo Di Benedetto, consigliere regionale del gruppo consiliare Legnini Presidente, che torna a chiedere un Garante dei detenuti in Abruzzo “forse l’unica regione in Italia a non averlo”. “La pena in uno stato di diritto non deve mai perdere il faro della rieducazione e della speranza. Voltaire diceva che il grado di civiltà di una nazione si misura dalla condizione delle proprie carceri. L’episodio dello sciopero della fame evidenzia la criticità di un carcere come quello dell’Aquila, adibito esclusivamente a detenuti e detenute in 41 bis ed ora anche con una sezione per detenute in massima sicurezza”, aggiunge. “L’Abruzzo ha diversi istituti penitenziari e tutti con tante problematiche. Alla luce di queste considerazioni si rileva ancor più l’urgenza della nomina del Garante regionale dei detenuti. Auspico, pertanto, che la nomina venga discussa il prima possibile in Consiglio regionale. Il Garante serve per aiutare le stesse Istituzioni a capire le problematiche di un mondo diverso da quello nostro, il mondo della reclusione”, spiega Di Benedetto. “Questo mondo non va delegato solo agli addetti ai lavori, direttori, funzionari e agenti penitenziari, ma deve coinvolgere la società nel suo complesso – conclude il consigliere regionale – Il carcere non deve essere una scuola per poi tornare a delinquere, ma deve aiutare a far cambiare in positivo le persone che hanno sbagliato! Non è una cosa semplice, ma va perseguita”.