RESTA IN CARCERE LA FAMIGLIA ROM ACCUSATA DI USURA
Il gip Marco Billi dice ancora no alla scarcerazione di Sonia Di Rosa, Bruno Spinelli e Luigino Spinelli, la famiglia di origine rom residente a Sulmona finita sotto inchiesta per usura. Per il giudice infatti non sarebbero emerse novità o prove che potrebbero alleggerire la posizione dei tre con i quali è indagata anche Liliana Morelli, madre di Sonia, nemmeno dopo l’incidente probatorio nel corso del quale la persona offesa, la titolare di un autolavaggio di Sulmona, ha confermato tutte le accuse nei loro confronti. Nel dispositivo infatti, il gip Billi sottolinea che nel contraddittorio delle parti la proprietaria dell’autolavaggio, ha ricostruito la vicenda del rapporto usurario chiarendo i ruoli assunti dai singoli indagati. D’altro canto la difesa, non sarebbe riuscita a chiarire in quali passaggi ed alla luce di quali elementi la deposizione della presunta vittima sia stata contraddittoria e inattendibile. E che l’unico elemento di novità, l’incidente probatorio, ha costituito una conferma del quadro indiziario già emerso a carico degli indagati. Il giudice ha lasciato una porta aperta alla concessione degli arresti domiciliari per il solo Luigino Spinelli che sarà valutata in una prossima istanza, a patto che l’indagato scelga un luogo e un’abitazione lontano da Sulmona per l’esecuzione della misura cautelare. Una decisione, quella del gip, che riconosce credibilità assoluta alla titolare dell’autolavaggio che avvalorerebbe nello stesso tempo, anche le accuse nei confronti delle altre persone che risultano indagate, Marianna Di Michele nello stesso procedimento mentre la broker delle assicurazioni Katia Valeri, l’ex dirigente scolastica Elvira Tonti in un altro filone d’inchiesta