SIMONE DI LORETO TRIONFA NELLA SUGGESTIVA “CORSA DEGLI ZINGARI” (VIDEO)

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Maglietta numero 16, come la sua età, è Simone Di Loreto  a trionfare nella “Corsa degli Zingari” (corsa degli scalzi),  la suggestiva manifestazione lunga 566 anni, in cui si mescolano credenze popolari e fede religiosa,  tornata a rivivere  oggi pomeriggio a Pacentro. Un evento, tra fede, storia e mos maiorum, che ogni anno richiama moltissimi turisti, studiosi, fotografi, giornalisti, curiosi pronti ad assistere al rito carico di emozione, che sa di storia e antichissima tradizione, molto sentito dai pacentrani. La manifestazione si ripete nella devozione della Confraternita lauretana. Il giovane, che ha impiegato un tempo di 1’12”54”’ per correre a piedi scalzi la discesa dal Colle Ardinghi, dove tutto ha inizio, ha conquistato per la prima volta la vittoria, avendo la meglio sui 30 concorrenti e scalzando dal podio, mantenuto per cinque edizioni, Alessio Marcaurelio, finito oggi al secondo posto. Posizione che per due anni ha occupato proprio Di Loreto. Terzo posto per Cristian Lotito.

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IL FOTO RACCONTO

A fare da anteprima alla singolare manifestazione, organizzata dall’associazione culturale “Corsa degli Zingari”, è la gara degli “zingarej” (zingarelli), che ha inizio alle 17, quando i bambini, tra i 7 e i 12 anni, corrono scalzi lungo le stradine del paese, uno dei Borghi più Belli d’Italia. Con il sogno nel cuore, come tradizione pacentrana vuole, di poter vincere da grandi su quel sentiero impervio, su Colle Ardinghi, approdando doloranti ed esausti nella chiesetta di Santa Maria di Loreto ed essere portati in trionfo per le vie del paese sorretti dalla folla festante che si avvia nella piazza principale per la cerimonia di premiazione e i festeggiamenti fino a sera.

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Tutto comincia poco dopo le 17, ai piedi del colle Ardinghi. Prima il ritiro delle divise, la vestizione, poi gli ultimi riscaldamenti, la foto di rito, i saluti e gli incoraggiamenti da amici e parenti, nei momenti di attesa e tensione. Una bandana al collo, suona la campanella e comincia la salita in fila indiana. A piedi nudi, particolarità fondamentale che caratterizza la corsa chiamata degli “zingari” in riferimento al termine che un tempo indicava i poveri scalzi.

L’ATTESA
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la foto di rito
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La manifestazione, tra rito pagano e tradizione cristiana, è celebrata in onore della Madonna di Loreto
e, secondo la versione più accreditata tra storia e leggenda, la Corsa degli Zingari anticamente era utilizzata al fine di selezionare, tra le classi più povere di Pacentro, i giovani per l’esercito di Giacomo Caldora.
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la salita sul Colle
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E’ dalla collina di fronte al paese, affollato in ogni dove, sui balconi e ai bordi del sentiero, secondo la secolare usanza, intorno alle 18 i fuochi d’artificio annunciano la gara. Ma è il suono inconfondibile della campanella dalla chiesetta della Madonna di Loreto che dà il via alla rapida discesa che affrontano i concorrenti, rigorosamente maschi e di origini  pacentrane. La corsa, cruenta e carica di pathos, prende il via dalla Pietra Spaccata, una grande roccia con disegnato il tricolore. Una velocissima e ripida discesa lunga circa 600 metri. Pochissimi minuti.  Tra sterpi, rami, pietre e rovi.  Gli “zingari”, dopo aver superato il “salto del fiume”, il punto ritenuto il più importante,
affrontano la  risalita verso il paese, uno dopo l’altro, segnando quel sentiero per niente facile, con il sangue dei piedi feriti e pieni di piaghe.
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i fuochi d’artificio ai piedi del Colle che guarda Pacentro
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momenti della corsa
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Il dolore nel fisico, la gioia nel cuore. Stremati, sofferenti in volto, con le piaghe ai piedi, entrano nella chiesetta della Madonna di Loreto e si gettano a terra, doloranti, con il fiatone di chi ha corso con anima e cuore, attendono le medicazioni.

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Il primo arrivato si aggiudica il Palio di Stoffa nero. Non corrono per denaro, ma per la gloria. Insieme agli altri due arrivati in seconda e terza posizione, vengono portati a spalla, svettando sulla folla che li acclama seguendoli in processione lungo le affascinanti vie di Pacentro.

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