GEROSOLIMO REPLICA A DI MASCI

Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma dell’assessore regionale sulmonese Andrea Gerosolimo, in replica alle accuse di Bruno Di Masci.

“Premetto che non era mia intenzione, anche in ragione del ruolo istituzionale che ricopro, scadere al livello più congeniale a “Bruno La Qualunque”, quello della polemica e dell’invettiva personale. Tuttavia, la sequela di false e gratuite asserzioni pronunciate in occasione del comizio di sabato scorso e gli insulti vomitati con il comunicato diramato nella giornata di ieri, mi impongono una opportuna replica.

Mi rendo conto di costituire, ormai da anni, una vera ossessione per Bruno Di Masci: ha inutilmente tentato, anche con il ricorso a metodi abietti e ad interlocuzioni basate sul linguaggio inelegante di cui lui è indiscusso maestro, di frenare il mio percorso politico.

Rilevo che l’ossessione è determinata dalla semplice circostanza che lui non è riuscito ad assurgere al ruolo assessorile in seno alla Regione, né gli è stato possibile replicare il mandato di consigliere regionale poiché sonoramente battuto in occasione delle elezioni del 2005 e delle primarie del 2008. Da quando frequento i palazzi regionali, ho avuto modo di riscontrare, in modo chiaro ed inequivocabile, che Di Masci non ha lasciato alcun segno in Regione se non a vantaggio di se’ stesso, attraverso la percezione del vitalizio, che costituisce la peggiore nefandezza agli occhi della opinione pubblica e, contestualmente, il segnale più emblematico di una classe politica parassitaria, che ha creato solo nocumento alle istituzioni e alla società.

Ribadisco che il Prof. Di Masci dà prova di approssimativa e vacillante conoscenza degli atti quando chiede il contestuale riconoscimento della classificazione di Sulmona quale “polo di attrazione” e della Valle Peligna quale “area interna”, così come quando si avventura nel parlare di aree di crisi e di aree di crisi industriale complessa. Argomenti impegnativi che non possono essere affrontati con mere enunciazioni e che, per la loro complessità, travalicano nettamente il suo limitato orizzonte.

A lui che nel quinquennio trascorso al Consiglio Regionale si è preoccupato soltanto di portare a casa lo stipendio e di assicurarsi il vitalizio, ricordo la battaglia che ho condotto sul punto nascita, non esitando a spaccare la maggioranza in seno al Consiglio Regionale.

Mi piacerebbe sapere quale atteggiamento avrebbe adottato, se si fosse trovato in analoga circostanza, lui che, a suo dire, “non ha mai sottostato a nessuno”.

Gli ricordo, inoltre, di aver sbandierato per Sulmona, nel recente passato, il prestigioso incarico di consulente della Regione e dell’Assessore Paolucci ma di non avere inciso in nessun modo nella politica sanitaria regionale e di essersi rivelato assolutamente incapace di svolgere un ruolo positivo a favore delle strutture sanitarie della Valle Peligna (a proposito non si rinvengono, atti, fatti e prese di posizione di alcun tipo).

Con riferimento alla mia inaffidabilità, alla impresentabilità e alla coerenza, mi permetto di rammentare al professore emerito la furia distruttrice contro uomini, partiti ed istituzioni da lui dispiegata, con bieca arroganza, in quasi mezzo secolo di attività politica, praticata attraverso il sistematico ricorso alla invettiva e alla demonizzazione degli avversari.

In merito al senso della vergogna e alle lezioni di etica, gli chiedo sulla base di quali valori etici abbia fondato il suo sodalizio con il Sen. Lusi e se, al riguardo, non prova vergogna o, quantomeno, un po’ di pudore.

Infine, relativamente al “bulletto di Prezza”, rilevo che il nostrano “La Qualunque”, alla luce delle sue esperienze familiari, prima di lanciare anatemi contro la mia persona, dovrebbe essere indotto a ben più miti consigli e, dunque, a non trascurare la trave nel suo occhio alla ricerca della classica pagliuzza negli occhi altrui”.