“MADONNA CHE SCAPPA”, IN MIGLIAIA ALLA CORSA DELLA GIOIA

Il sole e il cielo azzurro hanno fatto da cornice alla corsa carica di pathos, gioia e speranza , simbolo della Pasqua sulmonese. Tutto si ripete come ogni anno, come da antica tradizione , tra emozioni che tolgono il fiato e cuori palpitanti. É andato tutto bene, nonostante qualche tentennamento della statua che si é piegata leggermente verso destra soprattutto nella parte iniziale del rito, probabile passo non perfettamente in sincronia nelle zone retrostanti, forse poco percepibile agli occhi dei meno esperti della bellissima manifestazione. Si abbracciano i confratelli lauretani, con le lacrime agli occhi e l’emozione contagiosa per la riuscita della bellissima corsa della “Madonna che scappa” incontro al Figlio risorto. Piazza Garibaldi é strapiena, affollata in ogni angolo. Sulle terrazze, sui balconi, addirittura sui tetti. In migliaia non hanno voluto perdersi questa splendida manifestazione. La Vergine vestita a lutto con il fazzoletto bianco tra le mani comincia ad avanzare oscillando lentamente. Pochi secondi, dieci, dodici. Attimi che sembrano eterni. Pathos, attesa, tensione in crescendo. All’altezza del Fontanone parte la corsa liberatoria, gioiosa, viva di quelle fortissime emozioni, carica preghiere e  speranze. Cade il manto nero, il fazzoletto bianco lascia il posto a una rosa rossa, l’abito verde colora il lutto, volano le colombe ed é la gioia nei cuori. Cristo é risorto.  Difficile trattenere le lacrime. Assistere dal vivo alla manifestazione é davvero un’esperienza unica, come hanno raccontato, tra meraviglia e stupore, alcuni tra i tantissimi turisti e visitatori giunti a Sulmona proprio per l’occasione. Emozioni che si rinnovano nei cuori dei tanti sulmonesi ed emigrati tornati in patria per l’immancabile appuntamento.

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COME SI SVOLGE

Il rito, a cura della Confraternita di Santa Maria di Loreto affonda le origini, probabilmente, al 1860. Prima la solenne messa officiata all’aperto in piazza Garibaldi, davanti l’acquedotto, dal Vescovo Angelo Spina affiancato dai parroci sulmonesi. I tre tentativi di San Pietro e San Giovanni di convincere la Madre addolorata della resurrezione del Figlio. Il portone della chiesa di San Filippo si apre. Cresce l’emozione e il silenzio regna tra la folla. Surreale e suggestivo. Moltissimi i fotografi, fotoreporter e cameraman pronti a non perdersi un passo da immortalare. Lentamente la statua della Madonna con l’abito nero esce dalla Chiesa di San Filippo Neri. Arriva al centro della piazza, ondeggia a passo cadenzato, quasi per trasmettere la sua incredulità, che sta per volare via con i colombi. E’ all’altezza del Fontanone: “Pronti, a puz’, via” (pronti a polso via) è l’ordine del capo sacrestano d’onore. Giù il manto, il volo dei colombi e via alla corsa per abbracciare idealmente Cristo Risorto che attende la Madre gioiosa nei pressi dell’acquedotto. Dove si trovano il Vescovo, i confratelli e a un lato le autoritá civili e militari.
“É stato emozionante, fino a quando non si arriva al fntanone l’ansia era sempre forte poi una volta chiamati i comandi e comincia la corsa é un’emozione . La dedico a mia figlia Lucrezia. ” Sono le parole a caldo di Rossano Guidi alla sua prima volta nella quadriglia composta da Marco La Gatta, Giampaolo Luongo e Angelo La Civita, guidata da Francesco De Santis , sorteggiata come tradizione vuole il lunedi di Pasqua. “É sempre un’emozione come se fosse la prima volta. non ho parole per descrivere. Per me è la cosa più bella” ha commentato Angelo La Civita.

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L’ATTESA

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“É Pasqua di gioia e resurrezione. Il centro della Pasqua é Cristo , sembra lo sconfitto del venerdi santo, ma il giorno di Pasqua la pietra viene tolta via dalla tomba e Cristo risorge lui é vivo e vivente quindi porta la vita di Dio e la speranza  ci fa scoprire persone non chiuse in noi stesse ma aperte con la possibilità di rinascere ogni giorno al bene” sono le parole del Vescovo “Guardando a Cristo risorto la nostra vita rinasce e si rinnova e possiamo essere per gli altri un segno di speranza e solidarietá”.

 

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