PROCESSIONE VENERDI SANTO DEDICATA ALLA PACE
Dedicato alla Pace, nell’anno giubilare della Misericordia. La preghiera del Vescovo, posizionato sul sagrato della chiesa della SS Trinità, nel cuore di Corso Ovidio, insieme ai parroci sulmonesi e al rappresentante della chiesa Ortodossa, affiancato a un lato dai vertici dell’Arciconfraternita della Santissima Trinità che curano la Processione del Venerdi Santo, ha dato il via al solenne corteo che rievoca la struggente rappresentazione del rito funebre di Cristo. Intorno alle 20, tra ali di folla e freddo pungente, tra delirio di invadenti fotografi e cameraman scatenati, è partito il mesto fiume rosso-porpora, caratterizzato dal passo cadenzato chiamato “Struscio”, che conferisce lente e sincroniche movenze all’intera processione, in ricordo, forse, dell’antico passo penitenziale dei prigionieri, che avevano legata al piede una palla di ferro.
Prima il tronco in sughero ricoperto da velluto rosso, il coro di cento elementi, tra bassi e tenori, sulle note del Miserere che rimbomba nel petto musicato quest’anno dal maestro sulmonese Federico Barcone (ogni anno si alterna al maestro aquilano Raffaele Scotti). La Bara del Cristo dalla lettiga settecentesca, decorata da tessuti e ricoperta dal velluto nero e la bellissima statua dell’ Addolorata, con l’abito scuro dai riflessi dorati, il fazzoletto ricamato e una spada nel cuore (non è la stessa statua lauretana che correrà la domenica di Pasqua, conservata nella chiesa di Santa Maria della Tomba). Emozioni intense che si rinnovano di anno in anno per un rito suggestivo che si ripete nella notte di ogni Venerdi Santo a Sulmona dal 1827.
I sulmonesi, credenti e non, si fermano al passaggio della suggestiva processione del Cristo Morto. Qualcuno si alza in piedi, in segno di rispetto, tra fedeli e turisti, seduti ai tavolini di uno dei tanti bar e pizzerie nel centro storico, affollati per l’occasione, altri senza limitare il fastidioso chiacchiericcio. Le rigide temperature non hanno impedito alle tante persone di partecipare all’immancabile appuntamento del Venerdi Santo, assistendo alla struggente rappresentazione della traslazione del Cristo dalla Croce al sepolcro. Con la passione di sempre i fedeli si segnano con il simbolo della croce al passaggio sia della Vergine Addolorata, portata dalle due quadriglie che si sono alternate, sorteggiate nella sera del Lunedi Santo (clicca)
Il percorso tocca tredici chiese, formando una grande Croce. La lunga processione si addentra nel reticolo di vicoli e stradine del rione trinitario, per dirigersi, poi, in piazza Carlo Tresca, circumnavigando la villa comunale, risalendo Corso Ovidio, toccando via De Nino e scendendo a piazza Garibaldi, dove nei pressi degli archi dell’acquedotto, avviene lo scambio con i confratelli lauretani, simbolo si pace tra i due sodalizi, residuo di antiche rivalità. Si risale in direzione della Chiesa di Santa Maria della Tomba, in cui, dopo quattro anni di itinerario invertito, si torna ad imboccare subito piazza Plebiscito ; poi da via Serafini tornerà lungo corso Ovidio, per fare rientro nella chiesa della SS.Trinità.
Stupore e qualche borbottio tra le persone che hanno assistito alla novità nella parte finale della processione, quando all’altezza di piazza Venti Settembre il coro ha sostato per far passare le statue del Cristo Morto e dell’Addolorata nel rientro nella chiesa della SS Trinità.
dopo lo scambio con i confratelli lauretani