DIMISSIONI IN BLOCCO, ORA PARLA IL SINDACO
“Mentre io lavoravo alla soluzione dei problemi, altri tramavano contro di me. Mentre lavoravo alla giunta tecnica, c’era contemporaneamente un altro progetto da parte di chi raccoglieva le firme per mandare a casa il loro sindaco. Evidentemente avevano in mente un’altra azione, che non conosco e che voglio conoscere nei prossimi giorni. Non c’era evidentemente proprio la volontà di fare la Giunta tecnica“. Lo ha detto in conferenza stampa questa mattina il sindaco, Peppino Ranalli, all’indomani della decisione di nove consiglieri di dimettersi per interrompere anticipatamente la sua esperienza amministrativa. Il primo cittadino, che in queste settimane si è trincerato dietro un fitto silenzio, si è tolto qualche sassolino dalle scarpe, puntando il dito soprattutto contro i due consiglieri del suo stesso partito.
“Prima avevano garantito al partito la volontà di lavorare alla soluzione della crisi, poi, a sorpresa si sono accordati alla minoranza, per dimettersi e mandarmi a casa, un comportamento gravissimo, perché chi ha fatto cadere quest’amministrazione di centrosinistra sono il capogruppo e il segretario del circolo cittadino del Pd che io stesso ho eletto”. E’ stato uno sfogo a tutto campo quello del sindaco Ranalli che, con la sua solita calma, ha ripercorso le tappe di queste ultime settimane segnate dalla crisi, circondato nella sua stanza al primo piano di palazzo S.Francesco da “coloro che mi hanno sostenuto fino adesso e con cui continuerò a viaggiare in maniera coesa, guardando anche al futuro. Facendo capire, in sostanza, un’ipotetica formazione per le prossime elezioni amministrative. Infatti erano presenti ex amministratori di Sel, Psi e Pronti per Cambiare. Al suo fianco anche Enea Di Ianni.
Dal suo discorso si evince che il nodo cruciale della crisi sia stato quello del progetto di riorganizzazione della macchina comunale. “Alla riorganizzazione degli uffici ci aveva già provato l’ex sindaco Franco La Civita, ho notato che c’era necessità di intervento per un’organizzazione che distinguesse tra programmazione e gestione, una situazione che probabilmente non era condivisa dal Pd i cui assessori non hanno più partecipato alle giunte. In questo comune esistono persone cristallizzate nel tempo – ha commentato il primo cittadino, sottolineando di essere stato sempre leale, “al contrario di chi non hanno avuto rispetto nemmeno per le istituzioni (in riferimento alle indicazioni che i vertici del Pd e della Regione avevano loro dato). E ha concluso precisando “non mi sottrarrò ai confronti, mi dispiace però che Sulmona resterà tagliata fuori da discorsi importanti come quelli sui trasporti e sui finanziamenti, con l’arrivo del commissario”.
L’ALLARGAMENTO DELLA MAGGIORANZA
“E’ da tempo che il presidente della Regione Luciano D’Alfonso chiedeva un allargamento della maggioranza, per renderla omogenea a quella regionale e stabilizzare il governo della città, ho lavorato così come mi chiedeva il mio partito – ha spiegato Ranalli – ho provato a fare questa maggioranza diversa, con tutte le difficoltà del momento, accettando anche l’ipotesi della giunta tecnica, mettendo da parte le legittime esigenze dei partiti, ho chiesto a tutti di fare un passo indietro e condividere ma ci sono stati troppi veti, situazioni e volontà in opposizione a questo progetto”. E Ranalli ha continuato: “Ho provato fino alla fine di avviare una fase nuova di dialogo ma invece c’è stata una chiusura che ha portato poi alle dimissioni dei consiglieri”.
L’AZZERAMENTO DI GIUNTA
Il sindaco ha spiegato le ragioni dell’azzeramento chiamando in causa gli assessori del Pd, Luciano Marinucci e Aldo Milan, che non hanno più partecipato alle sedute di giunta e in sostanza quella maggioranza non discuteva più dei problemi della città, come quello della politica della casa. “Ho ritenuto di rivedere la situazione proseguendo anche nel disegno suggerito da D’Alfonso di creare una maggioranza stabile, per arrivare alla fine del mandato” ha aggiunto Ranalli.
LA GIUNTA TECNICA
Non ha mai fatto nomi dei papabili assessori, nè di quelli contattati nè di quelli che hanno dato disponibilità. “Quando pensavo ad una giunta tecnica di alto profilo, composta da professionisti lontano dai partiti, volevo avviare un discorso di condivisione, perché non me la sono sentita di portare direttamente in consiglio quelle persone che si erano rese disponibili (e che ringrazio), senza averle presentate prima alle stesse forze politiche che dovevano approvare quella soluzione. Evidentemente non c’era proprio la volontà di fare la giunta tecnica, perché probabilmente esisteva un disegno diverso e accordi diversi, da parte di chi lavorava ad un progetto alternativo che per ora non conosco e che ha portato alla fine anticipata del mandato”. In sostanza, ha fatto capire che mentre lui lavorava alla giunta tecnica, altri raccoglievano firme per le dimissioni dei nove consiglieri. Senza tralasciare il fatto che molti dei papabili assessori contattati rifiutavano, bloccando di fatto la situazione.
PERCHE’ NON MI SONO DIMESSO
Anche un problema di carattere legislativo. “Non mi sono dimesso perché per legge avrei dovuto prima ricostituire una giunta, per poi rassegnare il mandato. Ma fondamentalmente non volevo interrompere il percorso dell’amministrazione comunale che stava lavorando”.
LE CONSEGUENZE DELLE DIMISSIONI DEI CONSIGLIERI
Con la fine anticipata del mandato il sindaco ha fatto rilevare che “la città subirà uno stop nella soluzione più rapida dei suoi problemi, non sarà più rappresentata, ad esempio nel comitato ristretto dei sindaci dell’Asl”. E ha continuato ricordando: “Ho voluto riportare la città nei circuiti regionali, da cui era stata isolata, soprattutto per questioni aperte come tribunale, ospedale e metanodotto”. Nè va dimenticato l’appuntamento che attende la città per la primavera 2017 con il Bimillenario Ovidiano.
Di seguito la lettera che il sindaco ha consegnato alla stampa a margine della conferenza.
“Cari concittadini
Il programma di mandato che ho presentato in Consiglio Comunale al momento del mio insediamento, si basava sull’analisi socio- economica che ha caratterizzato gli ultimi venti anni della storia della nostra amata Città. Lo spopolamento del territorio, il calo della residenzialità, l’impoverimento del settore produttivo e la conseguente perdita di occupazione e dei servizi sono il risultato di scelte politico amministrative fatte all’epoca sulla vocazione del nostro territorio che congiuntamente alla crisi generale dell’economia dell’ultimo decennio hanno fortemente condizionato la situazione attuale.
Le azioni messe in campo, con gli strumenti e le attività proprie dell’Ente, sono state volte a ridare impulso ai diversi settori quali i lavori pubblici, (acquisizione dei Fondi Fas, programmazione dei lavori di messa in sicurezza delle scuole, riordino dell’ufficio sisma con conseguente reperimento di notevoli risorse, restituzione alla collettività delle strutture del teatro, del piccolo teatro, del parco fluviale , attivazione del federalismo demaniale con l’assegnazione delle caserme cittadine ) , l’urbanistica con le norme tecniche di attuazione , il sociale con il mantenimento di tutti i servizi previsti nel piano di zona , l’ambiente con l’ esternalizzazione al Cogesa del servizio di igiene urbana , lo sport e la cultura con l’organizzazione di eventi e manifestazioni , solo per citarne solo alcune.
Soprattutto si è lavorato per ricostruire i rapporti con il governo regionale e interrompere l’isolamento della Città dalla Regione stessa e dagli altri comuni della Valle Peligna , Alto Sangro, interagendo con gli stessi per la salvaguardia dei servizi , impostando azioni di sviluppo comuni e ribadendo il ruolo di Sulmona come Citta Capofila.
Purtroppo in questi anni di duro lavoro si sono susseguite diverse crisi politiche che hanno indebolito l’azione amministrativa ed hanno rallentato il lavoro ed il raggiungimento di importanti obiettivi .
In questi ultimi mesi, per far fronte ai numerosi problemi strutturali della Città di Sulmona parte dei quali evidenziati in una importante Delibera adottata nell’ aprile 2015 dalla Giunta Regionale d’Abruzzo presso l’Abbazia Celestiniana, e per cogliere opportunità e risorse finanziarie in essa impegnate e programmate , ho espresso pubblicamente la volontà e la necessità che la Città dovesse essere governata da un consenso consiliare piu’ stabile ed ampio .
Consenso e stabilità che permettessero l’elaborazione di proposte concrete sul futuro dell’Ospedale, del Tribunale , sulla questione Snam , sulle problematiche connesse all’ampliamento dell’Istituto penitenziario, ma soprattutto proposte ed iniziative volte alla risoluzione dei gravi problemi sociali legati alla disoccupazione giovanile ed al tema del lavoro .
Su queste problematiche sono sempre stato impegnato in prima persona a difesa della Città e del territorio, anche in momenti difficili di protesta popolare , rappresentando con chiarezza le esigenze di Sulmona, rivendicando in ogni sede i bisogni dei cittadini ed attivando su ogni problema le rappresentanze istituzionali regionali e parlamentari che ci rappresentano.
La partecipazione attiva dei rappresentanti della Città e del territorio ai vari livelli Istituzionali possono e devono essere determinanti nelle scelte di politica regionale ( masterplann per l’Abruzzo, potenziamento delle infrastrutture viarie e ferroviarie, riorganizzazione sanitaria , acquisizione di fondi per lo sviluppo , nuova programmazione comunitaria ) che da troppi anni ha dimenticato le aree interne ed in particolare la Valle Peligna , privandole sempre piu’ di risorse finanziarie e servizi ed accentuando il divario con le aree piu’ sviluppate.
Ho chiesto , in qualità di Sindaco , in questo momento cruciale per il futuro della nostro territorio, che tutte le forze politiche ed in particolare quelle che fanno riferimento al centro sinistra, dovessero responsabilmente mettere a disposizione i propri ruoli di riferimento istituzionali e di governo per far ripartire Sulmona e dare quindi risposte concrete alla collettività.
Alle forze politiche presenti in Consiglio Comunale ho piu’ volte lanciato appelli all’unità, all’ abbassamento dei toni, alla condivisione di scelte strategiche , senza rispondere alle provocazioni che tante volte hanno visto la mia persona oggetto attacchi gratuiti non direttamente connessi all’attività istituzionale rivestita .
La crisi politica sorta in seno alla maggioranza nasce da una visione diversa di fare politica , di essere amministratore, di affrontare problemi di carattere generale e non particolare, di impegnarsi quotidianamente nel lavoro istituzionale sia esso consiliare o assessorile, di rispettare regole e ruoli con la massima trasparenza amministrativa e di comportamento.
Personalmente ho affrontato la Sindacatura dedicandomi a tempo pieno all’incarico affidatomi dai cittadini con impegno , sacrificio , senza risparmio di tempo professionale e familiare con senso di responsabilità, di distinzione dei ruoli previsti dalla legge nei rapporti con il personale comunale , avendo ben chiari sempre i problemi della Città e le azioni messe in campo per la loro risoluzione.
Durante questi giorni, mentre si lavorava a importanti provvedimenti di carattere amministrativo legati alla riorganizzazione del personale ed alla programmazione delle attività dell’anno 2016, e nel momento in cui ho provato fattivamente, in qualità di Sindaco, l’inizio di un percorso di aggregazione senza esclusione di alcuno, ho appreso che molti consiglieri comunali sia del mio partito che di minoranza erano pronti contestualmente a rimettere le proprie dimissioni per interrompere anticipatamente la consiliatura e ritornare alle elezioni.
Ben consapevole della gravità di tale iniziativa sia dal punto di vista politico che istituzionale , ho provato responsabilmente , in questi giorni , a trovare la forza per ristabilire un dialogo di condivisione, tra le componenti politiche di maggioranza ed altre di minoranza.
Ho provato ad avviare cosi come richiestomi dal mio partito il PD, l’inizio di una fase nuova, che individuasse una maggioranza piu’ ampia e stabile per proseguire il lavoro fatto fino ad oggi e programmare quello fino alla scadenza naturale del mandato anche in vista di appuntamenti importanti per la Città quale l‘organizzazione della ricorrenza del bimillenario di Ovidio 2017 per il quale è stato ottenuto uno dei massimi riconoscimenti a livello nazionale.
Ho provato in questi ultimi giorni a lavorare incessantemente per la costituzione di una giunta che potesse essere inclusiva di tutti , sia essa tecnica che politica senza escludere nessuno e con il fine ultimo del bene della Città.
Con amarezza , devo prendere ancora una volta atto che nulla è cambiato rispetto a prima , che logiche di parte hanno prevalso rispetto agli interessi e ai bisogni della Città e dei cittadini .
Troppe divisioni , esclusioni e condizionamenti hanno profondamente ferito e tradito quello spirito di rinnovamento che aveva caratterizzato la difficile campagna elettorale del 2013 e la conseguente elezione in Consiglio di tanti giovani che potevano dare, da protagonisti, un contributo a questa amministrazione ed alla Città .
Con l’affetto di sempre Peppino Ranalli
Sulmona 12/02/2016