CRISI, I GIORNI PIU’ LUNGHI VISSUTI A PALAZZO S.FRANCESCO
In attesa degli sviluppi ulteriori della crisi a palazzo S.Francesco sarà bene ricostruire le tappe principali di quanto accaduto finora. E’ nella prima settimana di gennaio, appena trascorse le festività natalizie, che il vento della crisi comincia a soffiare. Il gruppo consiliare Pd decide di n0n partecipare a vertici di maggioranza. In discussione c’è la riorganizzazione della macchina amministrativa comunale. Un nodo assai duro da sciogliere, con le resistenze inevitabili che provoca una riorganizzazione degli uffici, che prevede spostamenti di dirigenti, rinnovo o revoca di responsabilità. In quel momento il Pd accusa il sindaco Giuseppe Ranalli ed il gruppo a lui più fedele, quello civico di Pronti per cambiare, di aver già concepito il disegno di riorganizzazione senza condividerlo con tutta la coalizione. Da parte del sindaco e di Ppc si replica ritenendo che non tutti forse vorrebbero quella riorganizzazione ed è scontato che si prendano pretesti per fermare il progetto. Insomma la materia è scottante. Partono anche lettere di dirigenti indirizzate al sindaco. Qualche assessore non nasconde il suo aperto disappunto verso la condotta di alcuni dirigenti. Ma il Pd insiste. Dai vertici di maggioranza la diserzione si allarga alle sedute di giunta. Gli assessori dem, Luciano Marinucci e Aldo Milan, convocati non si presentano più in giunta. Intanto affiora ed anzi ritorna l’ipotesi di un allargamento della maggioranza. Ranalli e i suoi strizzano l’occhio al gruppo consiliare vicino all’assessore regionale Andrea Gerosolimo. L’idea potrebbe piacere anche al Pd, patrocinata magari dal presidente della Regione, Luciano D’Alfonso. Ma il Pd un patto così importante non vuole sia gestito in esclusiva dal sindaco e dai suoi, né l’assessore Gerosolimo vorrebbe un patto che non veda il Pd in primo piano, per arrivare ad accordi che vadano oltre il momento politico attuale, già guardando a prossime scadenze elettorali. Il sindaco Ranalli comunque sia va avanti nella ricerca di un accordo con Gerosolimo. A metà gennaio gli uomini dell’assessore Gerosolimo, quelli del gruppo Sulmona al Centro, fanno sapere che per un accordo è ormai tardi. Ma quindici giorni dopo, nella notte tra il 27 e 28 gennaio, l’accordo tra Ranalli, Pronti per cambiare e socialisti sembra fatto. Trascorrono due giorni e in occasione di una conferenza stampa del presidente D’Alfonso, nell’Abbazia celestiniana, Gerosolimo e i suoi dchiarano che l’accordo non esiste. L’incontro c’è stato ma non si è andati oltre valutazioni del momento. L’opposizione intanto si muove per una conta dei consiglieri comunali pronti a firmare le dimissioni e aprire la strada ad uno scioglimento immediato del Consiglio comunale. Ne occorrono almeno nove. Il Pd dà una mano all’iniziativa, stanco della logorante diatriba con il sindaco. Ma la domenica, successiva alle dichiarazioni di smentita dell’accordo, il 31 gennaio, il colpo di scena, forse propiziato dall’ex senatore Giovanni Legnini, che prende le difese del sindaco. Mentre D’Alfonso tenta ancora di fare scudo ad Alessio e Bruno Di Masci. Il Pd cittadino viene commissariato e l’operazione-dimissioni dei consiglieri comunali, compresi Alessio Di Masci e Fabio Ranalli, viene fermata. I numeri necessari non ci sono più. Il segretario regionale Pd, Marco Rapino, la sera di lunedì 1° febbraio incontra consiglieri comunali e dirigenti locali del Pd, nella sede di corso Ovidio. Chiede una ricucitura con il sindaco. I margini di manovra sono assai stretti. L’operazione del Pd regionale sembra segnata dall’inizio. Le tensioni non si placano. Da una parte gruppo consiliare e dirigenti cittadini, compreso l’ex consigliere regionale Bruno Di Masci, dall’altra il sindaco. L’ultima sfida è quella che lancia Ranalli. Sa di non avere più una maggioranza ma tenta il passo della giunta tecnica, chiamando tutti alle proprie responsabilità. Una scommessa che vale una consiliatura.