QUANDO L’AMORE FA FARE “FOLLIE”
Due casi di persone “follemente innamorate” finiti in tribunale. Due storie distinte, due paesi differenti, nello stesso territorio. Filo rosso: due donne ad essere accusate, presunte colpevoli di aver perseguitato i loro “sogni” d’amore, tanto che i giudici ne hanno disposto consulenze psichiatriche. Nel primo caso, a parlare di “pazzia d’amore” è l’avvocato Giovanni Mastrogiovanni, difensore di una 44enne di Corfinio, B F, che oggi, davanti al Gup del Tribunale di Sulmona, ha chiesto per la sua assistita un accertamento psichiatrico al fine di stabilire se sia in grado di intendere e di volere. L’ipotesi è che la donna sia vittima di una mania compulsiva che l’avrebbe spinta a perseguitare il suo frutto proibito, anche lui di Corfinio, arrivando a rendergli la vita impossibile. Continue telefonate, messaggi d’amore, pedinamenti, tanto che l’uomo si sarebbe dovuto chiudere in casa per evitare di incontrarla. Un amore non corrisposto, che la donna avrebbe desiderato con tutte le sue forze, arrivando anche ad immaginare un lieto fine per la sua storia d’amore scrivendo i particolari, che sarebbero tutti inventati, sui social network. A seguito delle continue vessazioni nei confronti del suo amato, la 44enne era stata arrestata nel settembre del 2014. Evasa dai domiciliari, sempre e comunque per incontrare il suo amore, le era stato applicato anche il braccialetto elettronico per tenerla maggiormente sotto controllo. Niente da fare, anche questa limitazione non avrebbe frenato la sua mania compulsiva obbligando il giudice ad ordinare per lei due anni di libertà vigilata dopo che la stessa aveva rifiutato ogni tipo di aiuto e di cura. A denunciarla era stato proprio il suo bersaglio d’amore, il quale si era rivolto ai carabinieri di Raiano, stanco delle continue visite sotto casa della donna “pazza d’amore”. Ora toccherà al medico psichiatra Vittorio Sconci stabilire se la 44enne sia in grado di intendere e di volere. Ha tempo fino al 14 aprile per depositare la sua relazione, che sarà discussa in aula in quello stesso giorno, davanti al Gup. Stessa data entro cui lo stesso psichiatra dovrà depositare un’altra relazione dello stesso tipo, per un altro caso finito in tribunale. Sedotta e abbandonata dall’uomo che amava una 45enne di Pratola Peligna, L B, avrebbe deciso di vendicarsi appiccando il fuoco alla casetta di campagna, alcova dei loro incontri d’amore. La donna è finita davanti al giudice per le udienze preliminari, con l’ accusa di stalking e danneggiamenti. Il giudice, Marco Billi, su richiesta del difensore dell’imputata, l’avvocato Alessandro Margiotta, ha deciso di disporre una consulenza psichiatrica per stabilire se la donna sia in grado di intendere e di volere. Accertamento peritale affidato, come detto, allo psichiatra, Vittorio Sconci, che entro il 14 aprile dovrà depositare la relazione. In quella data è stata fissata anche la seconda udienza in cui il gup deciderà se e come proseguire nel procedimento giudiziario a carico della 45enne. Dopo l’episodio contestatole, la donna avrebbe continuato a molestare il suo ex, arrivando anche ad annegargli il cane. Nel giugno scorso la 45enne, la quale è stata anche arrestata, avrebbe compiuto altri atti sconsiderati, come sabotare i lucchetti del cancello dell’appezzamento di terreno del suo ex, versandovi colla liquida, o tagliare i tubi dell’irrigazione del campo oppure danneggiando i lampioni dell’orto. Tanto che l’uomo avrebbe preferito non recarsi da solo al terreno, per il timore di imbattersi nella donna. In un’occasione, secondo le indagini dei carabinieri, l’uomo, recandosi all’orto in compagnia del cugino, sarebbe stato aggredito con violenti calci dalla 45enne la quale, con molta probabilità lo stava aspettando. La donna, sempre secondo gli accertamenti eseguiti dai carabinieri guidati dal luogotenente Daniele Di Serio, per porre fine alle sue persecuzioni, sarebbe arrivata a chiedere la somma di mille euro, dichiarando che non avrebbe più molestato il suo ex solo dopo aver incassato i soldi. Attualmente la 45enne si trova agli arresti domiciliari, ricoverata in una stanza dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila.