MENSE SCOLASTICHE, BUONI PASTO AUMENTATI: E’ DI NUOVO POLEMICA
E’ di nuovo polemica. Non si sono placate le ire dei genitori degli alunni delle scuole sulmonesi, che oggi sono tornati a protestare contro il costo dei buoni per il pranzo negli edifici scolastici comunque aumentato di 2,14. Smorzati inizialmente i malcontenti del popolo scolastico con la decisione da parte del sindaco lo scorso 7 gennaio di sospendere la delibera sulle mense scolastiche (che riguardava nuove tariffe a seconda del reddito da dichiarare e pasti gratis per i figli di famiglie meno abbienti (clicca)), rinviando il nuovo regolamento al prossimo anno scolastico (clicca). Decisione, però, che, come norma vuole, deve prima attraversare l’iter burocratico ed essere sottoposta al vaglio del Consiglio comunale. Ecco, dunque, che le famiglie si sono ritrovate a dove, comunque, pagare in questi giorni il pranzo per i bimbi a 4,58 euro e non più a 2,44 come facevano fino al famoso 7 gennaio. Prima, cioè, che entrasse in vigore il nuovo regolamento. In molti casi i genitori hanno preferito, al momento, riempire il cestino dei figli con un panino o acquistando la classica pizzetta, protestando contro il rincaro. Situazione, che comunque, crea disagi per i bimbi celiaci (complessivamente un centinaio) e danno all’azienda che si occupa della refezione scolastica. “I genitori sono infuriati, dal Comune avrebbero dovuto fornire le date, specificando da quando sarebbe partito il provvedimento di sospensione della delibera” racconta Catia Puglielli, avvocato dell’associazione Cittadinanzaattiva, la quale questa mattina ha inviato una lettera al sindaco, per conto di numerose persone che si sono rivolte all’associazione, al fine di “contestare la situazione di disagio in cui versa la cittadinanza a causa della mancata attuazione del provvedimento amministrativo di sospensione della delibera avente ad oggetto il costo dei buoni pasto”. Spiega il legale che “non essendo stato presentato l’Isee, i genitori si trovano nella condizione di dover acquistare i buoni pasto a prezzo pieno con ovvio pregiudizio economico. Stante lo stato d’indigenza di innumerevoli famiglie, molti bambini sono costretti ad alimentarsi con pranzi al sacco con conseguente pregiudizio per il sano sviluppo fisico”. L’avvocato sottolineando che “i provvedimenti adottati nonché l’attuale stato di fatto si traduce in una violazione del principio dell’affidamento dei cittadini”, invita il sindaco “ad adottare tutte le misure necessarie a rendere effettivo il diritto dei cittadini, i quali, ad oggi, nonostante una delibera di sospensione, non possono acquistare i buoni pasto alle precedenti condizioni economiche. Qualora l’amministrazione dovesse persistere in questo suo comportamento l’associazione, per in tramite del suo procuratore, si vedrà costretta a formulare richieste di risarcimento danni nonché a trasmettere la notizia alla Procura al fine di verificare la correttezza nella gestione della questione buoni pasto”.