DECLASSAMENTO, IL SILENZIO DELLE ISTITUZIONI. MOVIMENTO “URGE INCONTRO PUBBLICO”

E’ calato il silenzio da parte delle Istituzioni, ai vari livelli, sulla cancellazione della città di Sulmona dai Poli di Attrazione e sull’esclusione della Valle Peligna e della Valle del Sagittario dalle Macro Aree interne. Ingiustificato silenzio che, secondo il movimento a difesa del territorio “è diventato ormai intollerabile e politicamente riprovevole”. A nulla sono servite le iniziative assunte dal Movimento nell’anno appena trascorso (Assemblea Pubblica, incontro con la Conferenza dei Capigruppo Regionali, incontro con il Presidente D’Alfonso, Delibere dei Comuni del territorio peligno, raccolta di oltre 3.000 firme) tese a far sì che le Istituzioni si impegnassero a riconoscere il diritto di Sulmona ad essere Polo di Attrazione e il diritto del Comprensorio Peligno ad essere incluso tra le Macro Aree Interne.

“Il mancato riconoscimento di tali diritti (nel passato la Valle Peligna è stata più volte dichiarata dal Consiglio Regionale “ Area di crisi” senza che a tale importante riconoscimento seguissero determinazioni e atti politici di riequilibrio economico e sociale) penalizzerà pesantemente il territorio  in quanto comporterà: da un lato il progressivo depauperamento dei servizi sanitari, scolastici e dei trasporti, depauperamento che costituirà un ostacolo per qualsiasi strategia locale di sviluppo perché renderà incerte e insoddisfacenti le prospettive di vita degli individui che vi risiedono o che vorranno venire a risiedervi. Dall’altro comporterà la non assegnazione di risorse che sarebbero servite ai piccoli comuni per la tutela del territorio, per la valorizzazione delle risorse umane, naturali, culturali e turistiche, misure necessarie per bloccare lo spopolamento e per innescare lo sviluppo, senza il quale si determinerà un progressivo ulteriore spopolamento di questi territori.

Gli autorevoli politici locali quali la Senatrice sulmonese, l’Assessore regionale alle Aree Interne, il Presidente della Provincia dell’Aquila e il sindaco della Città di Sulmona dovrebbero mostrare più coraggio e determinazione nella difesa degli interessi del territorio che è anche loro; al contrario nessuno di questi ha avvertito il dovere istituzionale di assumere iniziative in grado di dare una soluzione ai problemi o quanto meno di spiegare alla gente le ragioni di questo ulteriore e grave torto riservato al nostro comprensorio.

Un silenzio e un’inerzia ai quali purtroppo le nostre popolazioni rischiano di doversi abituare vista la totale assenza di efficaci e convinte reazioni alle ormai ricorrenti penalizzazioni che umiliano il territorio (declassamento dell’Ospedale, chiusura del Punto Nascita, metanodotto SNAM, chiusura del Tribunale, Masterplan, ecc..).

Un silenzio ancora più grave se si considera che il Presidente del Consiglio Regionale Giuseppe Di Pangrazio e il Presidente della III Commissione Lorenzo Berardinetti hanno proposto ed ottenuto, con voto del Consiglio Regionale, un importante emendamento al DPEFR 2016-2018 che:riconosce la Marsica tra le aree di crisi individuate dalla Regione Abruzzo;impegna la Regione ad una valorizzazione dell’area produttiva di confine della Piana del Cavaliere (con l’inserimento tra le Macro Aree Interne ?);individua nella Città di Carsoli un polo di attrazione e di sviluppo per le aree interne contigue della Regione Abruzzo e della Regione Lazio”

Il Movimento, conclude nella nota “non essendo intenzionato ad archiviare le iniziative di mobilitazione di cui si è fatto promotore, invita pubblicamente il Sindaco di Sulmona ad organizzare un incontro pubblico al quale far partecipare, oltre ai Sindaci del Comprensorio Peligno e al Movimento per la Difesa del Centro Abruzzo, tutti i rappresentanti delle Istituzioni interessate perché ognuno possa esprimere con chiarezza la posizione dell’Ente rappresentato e manifestare possibilmente il suo impegno per il perseguimento dell’obiettivo oggetto delle nostre iniziative. Un  invito già rivolto all’Assessore regionale alle Aree Interne che è rimasto, però, senza seguito.”