CARTELLE “PAZZE” ICI PER MIGLIAIA DI CONTRIBUENTI SULMONESI

Brutto fine settimana per i contribuenti sulmonesi che si sono visti recapitare a casa migliaia di raccomandate con ricevuta di ritorno in cui vengono invitati a pagare l’imposta comunale per gli immobili relativa agli anni 2010 e 2011.Nella maggior parte dei casi si tratta di soldi  che non devono essere pagati perché gli accertamenti sono stati inviati anche a quelle famiglie proprietarie dell’unica casa in cui abitano e che quindi negli anni 2010 e 2011 erano state esentate dal pagamento. Ma non tutti i contribuenti sono informati di questa esenzione  e appena letto il provvedimento di accertamento si sono attivati per reperire le somme richieste dal Comune. Soprattutto le persone anziane e sole che non sanno districarsi tra documenti e disposizioni legislative e che appena vedono un bollettino si precipitano all’ufficio postale per pagarlo. Naturalmente non chi si è accorto del marchiano errore fatto dall’ufficio tributi e si sta preparando a dare, già da domani mattina,  l’assalto al Comune  per le scontate proteste e per chiedere l’annullamento del provvedimento a firma della responsabile del settore tributi. Nella lettera inviata ai contribuenti è stato allegato anche il relativo bollettino intestato alla tesoreria del Comune e debitamente compilato e con la cifra da versare in bella vista. E si tratta anche di una bella somma. Ai 158 euro relativi alla presunta imposta Ici richiesta dal Comune per il 2010  per un’abitazione inserita in cat A02, i responsabili dell’ufficio tributi hanno pensato bene di aggiungere  le sanzioni non riducibili pari a 47,40 euro, gli interessi 13,24 euro e le spese di notifica di 5,18 euro, per un totale di 224 euro. Stessa storia per il 2011. E in attesa di poter far valere le proprie ragioni in Comune, molti contribuenti hanno scelto di far volare la protesta sulle pagine dei social. E dopo aver stigmatizzato il comportamento dei responsabili del settore tributi, evidentemente “poco attenti e molto distratti”, c’è anche chi ipotizza  una mossa per reperire fondi e rimpinguare le anemiche casse del Comune. “Non vorremmo che qualcuno, pur a conoscenza dell’errore, abbia deciso di inviare ugualmente le lettere di accertamento alle famiglie sulmonesi”, dice Anna Maria, “in questo caso ci troveremmo di fronte a un’evidente malafede che oltre a ingannare i contribuenti provocandogli delle situazioni di stress e di preoccupazione, ha portato delle consistenti spese al Comune con le migliaia di raccomandate fatte recapitare nelle case. Lettere che come è ormai chiaro, non dovevano nemmeno essere compilate”. Cerca di porre subito riparo al caso la consigliera Roberta Salvati, presidente della commissione Bilancio, che parla di “errori materiali” che avrebbe commesso la società Soget, cui è appaltato il servizio di riscossione. “I cittadini che ritengano di non dover pagare possono tranquillamente recarsi negli uffici comunali  e chiarire la loro posizione” ha detto Salvati, precisando che per il 2010 si tratterebbe solo di accertamenti.