PARTONO I LICENZIAMENTI ALLA 3G. CGIL “SIAMO CONTRO I CRITERI UTILIZZATI”
Sono partiti in questi giorni i licenziamenti alla 3G di Sulmona, aprendo un’altra fase nera per l’occupazione della Valle Peligna. Criticano i criteri “tecnico organizzativi produttivi” utilizzati per licenziare 125 persone a Sulmona (232 compreso Chieti e Campobasso, esuberi che erano stati annunciati ad agosto scorso) i vertici della Cgil Slc che questa mattina hanno fatto il punto della drammatica situazione in una conferenza stampa nella sede sulmonese. “Siamo arrabbiati” ha detto subito Riccarado Saccone insieme a Martina Scheggi, entrambi della segreteria nazionale Slc, e Umberto Trasatti, della segreteria provinciale Spi-Cgil. “Non conosciamo ancora il numero delle lettere di licenziamento spedite perchè su questo l’azienda non è stata chiara” hanno affermato, spiegando che ” si sta procedendo al licenziamento con criteri che non sono corretti,che secondo noi non rispettano la legge. Non si stanno tenendo conto dell’anzianità di servizio, dei carichi di famiglia. Si trincerano dietro i criteri tecnico organizzativi, che vogliono dire scegliere sulla base esclusiva della produttività, ovvero persona per persona, sulla base di chi produce di più e chi di meno. E’ assurdo” aggiunge la Scheggi “E ancora più grave è che l’azienda sosterrebbe che i licenziamenti saranno 232 a meno che i sindacati tutti non facciano il passo indietro sottoscrivendo i criteri da loro utilizzati, così che scenderebbero a licenziarne solo 125″. Ecco, dunque, che i sindacati Cgil si dicono pronti a impugnare i licenziamenti se i lavoratori lo richiederanno. Affermano di impegnarsi ad accompagnare le maestranze convinti che ci siano i margini per vincere le vertenze “Auspichiamo che l’azienda faccia un passo indietro” ha detto Scheggi. Non si esprimono sulla situazione della 3G, parlando solamente di una complessità. “Abbiamo offerto all’azienda dei modi per uscire da questo pantano, proponendo percorsi che avrebbero portato a una flessibilità maggiore tenendo conto della legge. Invece i vertici aziendali hanno pensato forse di intraprendere la strada più breve per stringere i tempi”. Trasatti ha annunciato “non ci fermeremo qui, chiederemo incontro al Ministero e alla stessa azienda, verificheremo le azioni da prendere”. La Cgil sosterrà, dunque, l’azione della Slc, come ha voluto precisare Trasatti, sostenendo che altrimenti “sarebbe un precedente gravissimo per l’intero territorio che non può accettare una cosa di questo tipo”. Fa appello alle istituzioni “affinchè prendano posizione e pretendano il rispetto delle regole del gioco”. Tagli che, tengono a precisare i lavori presenti in platea, riguardano non tanto i telefonisti, ma gli impiegati a tutti i livelli negli uffici dell’azienda, compreso donne in maternità e famiglie. “Quello che è stato fatto è in controtendenza” aggiunge Saccone “E’ un settore che con molte difficoltà prova ad uscire da una fase acuta e un call center che utilizza dei criteri, che riteniamo sbagliati, non fa bene nè all’azienda nè al settore. Se l’azienda non si fermerà e non recupererà l’unico criterio della volontarietà noi impugneremo tutti gli atti se i lavoratori ci daranno mandati”.