DMC “CUORE DELL’ APPENNINO”, Sì A CHIUSURA TOTALE DEL CENTRO STORICO
Riceviamo e pubblichiamo la lettera che la presidente della Dmc Cuore dell’Appennino, Anna Berghella, ha inviato all’assessore comunale Stefano Goti, sostenendo gli aspetti positivi della chiusura totale del centro storico.
“Facendo seguito all’incontro avuto sul tema della riqualificazione del centro storico e alla richiesta di specificare con una nota scritta la posizione della DMC Cuore dell’Appennino in merito all’argomento, espressa già nella riunione del 13 ottobre scorso, preciso quanto segue. La discussione sulla pedonalizzazione del centro storico della città di Sulmona divide più delle faide tra milanisti e juventini, più delle guerre tra destra e sinistra in una sorta di continua e mai risolta lotta tra guelfi e ghibellini della mobilità.Ma come molte vicende italiane rischia di assumere una dimensione di chiacchiericcio di provincia tra i commercianti da un lato, che non vedono di buon occhio la questione della chiusura nella convinzione di perdere introiti, e i detrattori dell’auto a tutti i costi, ivi compresi ambientalisti e salutisti.
A ricordarci poi della questione, mai risolutamente affrontata – e non ci fa assolutamente piacere – negli ultimi tempi vari avventori della nostra città hanno sottolineato, con toni pungenti, la presenza indiscriminata di auto a tutte le ore nel centro di Sulmona, ritenendola questione da terzo mondo.In effetti è un tema di estrema attualità che ha coinvolto e sconvolto, dagli anni ’50 ad oggi, i centri di tutte le città metropolitane del mondo con estensioni sempre maggiori delle aree pedonalizzate. E ciò sull’onda di studi effettuati da urbanisti delle più prestigiose università che affermano a più voci che la pedonalizzazione porta vantaggi generalizzati alla popolazione ed anche ai commercianti. Difficilmente, occorre dire, le amministrazioni comunali hanno fatto passi indietro sulle pedonalizzazioni create, mentre le superfici destinate a chi cammina continuano a crescere anno dopo anno. D’altronde lo sviluppo di una città si misura non solo dalla costruzione di mura ma anche dalla gestione illuminata e lungimirante degli spazi.
Fatta questa premessa quindi non possiamo che condividere il tentativo della attuale amministrazione di affrontare l’annoso problema con il coinvolgimento- e speriamo la condivisione – di tutte le categorie coinvolte. Secondo la destinazione turistica DMC se ben ideata l’isola pedonale, cioè la chiusura al traffico totale, non la zona a traffico limitato che è cosa ben diversa, comporta immediati vantaggi con caduta positiva su tutti i residenti e i visitatori nella riduzione dei livelli di smog e rumore, nella crescita degli utenti del trasporto pubblico, nella tutela dei monumenti, nell’aumento della vivibilità e della sicurezza, nella rivalutazione del mercato immobiliare e – non secondariamente – nella sicura valorizzazione turistica.Ma soprattutto riporta il senso di comunità che il nostro senso di pigrizia ha degradato a solitudine metropolitana.In molti centri storici italiani i negozianti – all’inizio intransigenti e che poi hanno potuto apprezzare il cambio di marcia con la pedonalizzazione – adesso ricordano senza nostalgia i “clienti culo pesante” – e mi scuso per l’espressione – cioè quelli che parcheggiavano la macchina in doppia fila per prendere un caffè a grande vantaggio dei turisti e delle persone che si fermano per una consumazione più prolungata e più remunerativa.Certo i progetti di pedonalizzazione devono essere dotati di requisiti che ne rendano possibile la fruizione totale, piacevole e soddisfacente da parte dei cittadini.I criteri suggeriti di solito dagli urbanisti sono quattro: accessibilità, uso, design e confort.Le aree devono poter essere raggiunte in modo semplice, occorre rendere confortevole la vivibilità con panchine, fontane, pavimentazione, illuminazione e pulizia per esempio.
E soprattutto perseguire il confort dei cittadini in modo che siano attratti a vivere il centro in modo intenso e ripetuto, come avveniva una volta e non trovare come unica attrattiva la passeggiata presso il centro commerciale, anche lontano decine di chilometri.Se nel XX secolo l’automobile è stata al centro di scelte politiche e sociali oggi la nuova sfida è la “demotorizzazione”: non abbandonare la macchina ma usarla di meno.Quello a cui pensiamo è un salotto cittadino, come quello vissuto ad agosto con “Piano piano per Sulmona”, evento voluto e sostenuto dalla Dmc, che ci ha dimostrato quanto meraviglioso può essere il centro storico, palcoscenico naturale dieventi di alta qualità.Sappiamo bene come le casse comunali non godano di risorse sufficienti – e accedere a fondi europei diventa imprescindibile in questo stato di cose – ma molte attività, a costo zero o quasi, possono essere condivise con gli operatori e rappresentare un primo do ut des della pedonalizzazioneUn patto di intesa tra amministrazione, imprenditori, professionisti e tecnici potrebbe far volare in alto la nostra città, ora solo preda di veloci incursioni di turisti mordi e fuggi, e ciò attraverso la condivisione di alcuni semplici punti, che partano dall’utilizzo del nostro grande parcheggio di Santa Chiara, che è spesso vuoto nonostante consenta con una minima spesa l’accesso in città in più punti strategici:1) pedonalizzazione dell’arteria principale di Corso Ovidio, il cardo di romana memoria, interrotta solo da un paio di attraversamenti , con mantenimento della Ztl per la restante parte del centro storico;2) individuazione di ulteriori spazi per il parcheggio delle auto;3) abbellimento dell’arredo urbano conInstallazioni e luci (non solo lampioni: pensiamo alle luci posizionate sugli archi di Piazza Garibaldi in occasione dell’evento “Per la Majella”), Panchine e fioriere (eliminando le inguardabili fioriere di cemento a favore di quelle di ghisa, più in armonia con l’architettura della nostra città), oasi di verde, magari a ridosso delle vetrine e a cura dei negozianti, segnaletica interna (dove possono andare a mangiare i turisti?) ed esterna (tutte le segnaletiche sulla variante indicano Sulmona senza specificare i diversi accessi), eliminare cartelli vecchi e fuorvianti come quello del Ristorante Cesidio non più esistente da anni 4) concessione di occupazione di suolo pubblico ai commercianti con tassa a livello minimale ed affidamento agli stessi di cura del verde. 5) migliorare i collegamenti taxi e autobus (stazione, Badia etc.) 6) cambiare gli orari soprattutto in corrispondenza di eventi cittadini (non sarebbe meglio chiudere i negozi il lunedì’ mattina e tenerli aperti la domenica quando il corso è pieno di persone più inclini allo shopping?). 7) curare la pulizia delle strade ma anche le affissioni e le vetrine e dei negozi temporaneamente chiusi. 8) curare l’inquinamento acustico. Insomma una idea di Centro Commerciale naturale! Iniziamo a diffondere l’idea di iniziare a comprendere e condividere che le cose del Comune non sono “del Comune” ma sono “cose di tutti” e che ognuno di noi ha la responsabilità di rispettarle e valorizzarle. Limitare il traffico è salubre e vantaggioso per tutti, non solo per il turismo
Cordiali saluti
DMC Terre d’Amore in Abruzzo
Il Presidente
Anna Berghella