INCIDENTE PULMINO RUGBY: CHIESTO IL PROCESSO PER UN DIRIGENTE DELL’ANAS
C’è un presunto responsabile nel terribile incidente che all’inizio dell’anno scorso coinvolse la squadra giovanile del Sulmona Rugby. In quell’incidente persero la vita due ragazzi ed altri sei rimasero gravemente feriti, sul piano delle Cinquemiglia. Ne è convinta la Procura della Repubblica di Sulmona che ha chiesto il processo per Simona Cicconi, 51enne dell’Aquila, dirigente del Compartimento Anas della viabilità per l’Abruzzo. L’architetto aquilano è accusata di aver causato la morte di Salvatore Di Padova, detto Sasà e di Marco Liberatore, che era alla guida del mezzo uscito di strada, oltre al ferimento di Alessandro Colella, Andrea Angeli, Andrea Lorenzo Udila, Alessandro Ranalli, Matteo Marzuolo e Alessandro Forcucci, tutti a bordo del Fiat Ducato che finì fuori strada al chilometro 129, lungo la Statale 17, sul Piano delle Cinquemiglia. L’udienza preliminare è stata fissata per il 4 febbraio 2016. Secondo i magistrati inquirenti la Cicconi avrebbe omesso la predisposizione di idonei sistemi di sicurezza atti ad impedire ai veicoli, in caso di sbandamento, la fuoriuscita dalla sede stradale, con probabilità di impatto e capovolgimento. Il sostituto procuratore Aura Scarsella, titolare dell’indagine, ritiene infatti che la presenza del guard rail in concreto avrebbe potuto eliminare o attenuare le conseguenze dannose dell’avvenuta deviazione dell’automezzo dalla propria mezzeria. Non tutte le famiglie dei ragazzi coinvolti si sono costituiti parte civile.”Abbiamo deciso di avviare questo procedimento giudiziario non per ricevere un ristoro economico – affermano tramite il loro legale, avvocato Alessandro Margiotta, i familiari di Marco Liberatore – ma solo per fare in modo che queste tragedie non avvengano mai più, quella strada è troppo pericolosa e nel corso degli anni tante persone hanno perso la vita andandosi a schiantare contro gli alberi che costeggiano il piano delle Cinquemiglia”. Per l’avvocato Alberto Paolini, che rappresenta Marzuolo e Fuà, “su quella strada ci sono stati già troppi morti e non sempre per colpa degli automobilisti”. Il tragico schianto del pulmino che trasportava i giovani rugbisti, contro un albero, letteralmente spezzato in due, che costeggia il rettilineo del Piano delle Cinquemiglia, nelle vicinanze della Casa cantoniera Anas, avvenne intorno alle quattro del pomeriggio del 18 gennaio di un anno fa, in territorio di Roccapia. Il pulmino, con otto ragazzi a bordo, finì nella scarpata. Morì sul colpo Salvatore Di Padova, detto Sasà. Mentre Marco Liberatore, che era alla guida del mezzo, morì qualche giorno dopo nell’ospedale dell’Aquila, a causa della gravità dei traumi riportati nell’incidente. I ragazzi, insieme ai dirigenti della squadra, erano di ritorno a Sulmona dopo aver partecipato ad una manifestazione sportiva sulle piste da sci di Roccaraso, un torneo dimostrativo sulla stazione sciistica di Pizzalto. In quell’occasione avevano giocato una partita con una rappresentativa del Napoletano. Tre i pulmini su cui viaggiavano dirigenti e rugbisti. Uno fu quello che uscì di strada provocando la tragedia.