VIA LIBERA ALLA CENTRALE SNAM, I COMITATI: ORA SI FACCIANO SENTIRE SINDACO E CONSIGLIO COMUNALE

I comitati cittadini per l’ambiente non si arrendono nella battaglia contro la centrale Snam, dopo il via libera al progetto venuto ieri con l’assenso della Regione. I comitati chiedono adesso una convocazione urgente del Consiglio comunale. “Se il sindaco Giuseppe Ranalli anche ieri ha ribadito il suo netto dissenso ad ogni ipotesi di centrale perché non convoca il consiglio comunale per ribadire il no della città?” si domanda il comitato che sollecita lo stesso sindaco ad iniziative concrete di protesta “contro il nuovo inganno” che sarebbe rappresentato dall’ipotesi della centrale elettrica,  “tirata fuori dalla manica della Snam come zuccherino per indurre la città e il territorio ad ingoiare l’amaro intruglio preparato”. I comitati cittadini chiedono una pronuncia chiara anche ai sindaci del comprensorio peligno, al presidente della Provincia, Antonio De Crescentiis e all’assessore regionale alle Aree interne, Andrea Gerosolimo. Al presidente della Provincia i comitati ricordano le delibere adottate contro il progetto di centrale adottate in qualità di sindaco di Pratola Peligna e all’assessore regionale sulmonese i comitati chiedono di chiarire da quale parte intende stare, se al fianco del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso e dell’assessore regionale Mazzocca, “passati dall’altra parte della barricata”, a favore della centrale Snam oppure contro il progetto Snam, per lottare in concreto, senza esitazioni di sorta, contro questo progetto. Infine per i comitati appare “davvero singolare la particolare “attenzione” che la Snam sta dimostrando per l’adiacente cava dismessa ex-Merolli”. I comitati spiegano che “dapprima la Snam aveva proposto di spostare proprio lì la centrale, mantenendo però la proprietà dell’area di Case Pente, pronta per un eventuale raddoppio e ora vuole “sistemare” comunque l’ex-cava. Perchè? Così, quando deciderà per l’ampliamento, come accaduto in molte altre stazioni di compressione nella rete infrastrutturale del nostro Paese,  troverà il lavoro già fatto?”.  “Ultimo particolare, non insignificante – concludono i comitati – è quello della proposta, tutta ancora da definire, di una centrale di compressione elettrica, che rientra in quella tipologia di impianti fatti per durare nel tempo (minimo 50 anni): chi potrà mai garantire che tale impianto, dopo un certo numero di anni, per “sopraggiunte difficoltà”, naturalmente, non venga riconvertito a gas, visto che la Snam  può disporre di questo combustibile a prezzi stracciati? Davvero si può pensare che i cittadini siano così ingenui e sprovveduti da bersi  tutto ciò che viene loro propinato?”.