DE NINO-MORANDI, IL MANCATO RIENTRO A SULMONA COLPA DI PROVINCIA E COMUNE
“Tornare presto nella sede storica dell’istituto Morandi-De Nino è una nostra irrinunciabile priorità ma finora su questa vicenda notiamo solo silenzio da parte della Provincia e del Comune di Sulmona”. A parlare è stato il dirigente scolastico del Polo scientifico-tecnologico, Massimo Di Paolo, questa mattina in conferenza stampa, aprendo il nuovo anno scolastico per gli studenti del Itg e Itc che dallo scorso autunno sono ospiti nell’Itis (clicca) , in seguito al sequestro della Guardia di Finanza di una parte dell’istituto scolastico di via D’Andrea, interessata dai lavori di messa in sicurezza e finita nel ciclone dell’inchiesta giudiziaria. “Siamo riusciti nel nostro scopo: consentire agli studenti di svolgere le lezioni in un edificio dove c’è salubrità formativa, non solo di rapporti tra luce e spazi – ha detto Di Paolo – laboratori d’avanguardia, una palestra che nessun istituto scolastico della zona può vantare, adesso ci piacerebbe interloquire a livello istituzionale anche per quel che riguarda il nodo del rientro nella sede storica di Sulmona, abbassando i toni della discussione e facendo scelte ponderate affinché il problema sia risolto”. Di Paolo ha detto di “essere pronto ad aprire un tavolo di confronto, per dare il contributo della scuola al rientro nell’edificio Morandi-De Nino”. Dal mese di gennaio la scuola proprio per conoscere l’eventuale cronoprogramma dei lavori ha scritto al Prefetto, al presidente della Provincia e al sindaco di Sulmona con una ulteriore sollecitazione chiedendo un incontro formale per assicurare studenti e docenti sulla data di rientro dell’istituto nella sede di appartenenza, anche alla luce dello stato di degrado e di abbandono in cui versa attualmente tutto il sito scolastico sulmonese. A queste sollecitazioni non è stata data nessuna risposta. “Mentre per altre situazioni, come tribunale e ospedale, si fanno barricate – ha aggiunto in conferenza stampa l’ex sindaco e attuale docente dell’istituto, Pietro Centofanti – per la scuola che rappresenta l’anima di una società non è stato mosso un dito, notiamo solo un forte disinteresse politico su questa situazione. Dopo la prima settimana di dibattito tutto è passato nel dimenticatoio e a distanza di un anno non si è fatto nulla per tornare nella sede storica”. “Se l’ospedale è importante, se il tribunale è importante – ha concluso Centofanti – la scuola non può essere considerata la medaglia di bronzo, due scuole che vanno via non sono una fabbrichetta che chiude ma molto di più”.