METANODOTTO, MINISTERO ACCELERA I TEMPI ANTICIPANDO CONFERENZA SERVIZI

In merito alla decisione sul metanodotto, il Ministero accelera i tempi ed anticipa al 6 agosto prossimo la conferenza dei servizi che, secondo quanto concordato il 20 luglio scorso nell’ultimo summit presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, si sarebbe dovuta convocare dopo 45 giorni, al fine di verificare  verificare la possibilità di raggiungere l’intesa sulla centrale di compressione ubicata a Sulmona. Per l’assessore regionale Mario Mazzocca si tratta di una “convocazione inopportuna”, come ha commentato inviando una dura lettera al Ministero dello Sviluppo economico, chiedendo il rinvio della Conferenza tesa a discutere del procedimento autorizzativo in ordine al progetto del metanodotto Sulmona-Foligno. Insorgono i comitati sulmonesi  i quali evidenziano che “adesso siamo di fronte al passaggio  più cruciale dell’intera “questione Snam”: o la Giunta regionale, con in prima linea D’Alfonso, riesce a far saltare la Conferenza  del 6 agosto e a ricondurre la discussione sul progetto della Snam entro binari di serietà e ragionevolezza” affermano in una nota “oppure, se ciò non avverrà, vorrà dire che quella che si sta consumando è solo l’ennesima sceneggiata a danno dei nostri territori. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo, c’è solo un modo per chiudere degnamente questa vicenda: attuare la volontà del Parlamento. Il che significa istituire un tavolo di confronto Governo – Regioni che, per un congruo periodo di tempo (6 mesi), studi soluzioni alternative sia per la centrale che per il metanodotto al di fuori, comunque, della dorsale appenninica. Altre strade, o meglio scorciatoie che conducono a vicoli ciechi, portano solo a soluzioni pasticciate che i cittadini, impegnati in questa lotta da oltre sette anni e mezzo, non potranno mai accettare.” Ricordano gli ambientalisti “le tante anomalie da noi evidenziate, ma sistematicamente “coperte” da chi sta in alto:  frazionamento della V.I.A., mancanza della V.A.S., carenza di studi essenziali, arbitrario sdoppiamento delle procedure autorizzatrive ecc. Ciò che continua a farci riflettere” aggiungono ” invece, e’ il comportamento della Regione Abruzzo:  per cinque anni, con la Presidenza Chiodi, abbiamo avuto una Regione totalmente prona davanti al potere centrale. Con l’avvento della Presidenza D’Alfonso abbiamo sperato in una svolta decisiva, ma abbiamo dovuto ben presto disilluderci. Il Governatore, dopo un inizio scoppiettante, è scomparso dalla scena, per ricomparire solo 10 mesi dopo, il 20 luglio scorso. Nel frattempo la Regione, seduta ed incapace di avanzare proposte, finiva sotto scacco.”