COMITATI: OK RINVIO, MA CENTRALE E METANODOTTO FUORI DALLA DORSALE APPENNINICA

Soddisfatti i comitati all’indomani dell’incontro che si è tenuto ieri a Roma (clicca) sulla centrale a compressione gas che la Snam vuole realizzare in zona Case Pente a Sulmona.  “Lo avevamo chiesto inutilmente da mesi che il Presidente D’Alfonso tornasse a “metterci la faccia”: finalmente lo ha fatto, partecipando in prima persona al confronto con il Governo sulla questione Snam. Non possiamo che esprimere la nostra soddisfazione, sia per la presenza di tutti i nostri rappresentanti istituzionali, che per quanto scaturito dall’incontro di Roma.” affermano i comitati ricordando che “la Regione ha annunciato che presenterà una propria proposta sulla ubicazione della centrale di compressione (attuando anche quanto previsto dalla procedura della remissione degli atti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri) e accantonando  le “soluzioni” pretestuose e fuorvianti della Snam, come l’ex cava Merolli, sempre in località Case Pente. Ma” aggiungono gli ambientalisti sulmonese “affinchè questa strada sia concretamente percorribile ci corre l’obbligo di ribadire alcuni punti imprescindibili:  nessuna decisione può essere presa sulla testa dei cittadini: la proposta o le proposte che saranno formulate dalla Regione, dovranno essere condivise, secondo quanto previsto dalla Convenzione di Aarhus, con il territorio e comunque prima dei due incontri concordati ieri;  centrale e metanodotto fanno parte di un progetto unitario e la prima è a supporto del secondo, come si evince chiaramente dal progetto presentato e come espressamente ribadito anche dallo stesso De Vincenti in una lettera inviata alla Regione Abruzzo. Pertanto, è una evidente incongruità decidere sulla centrale senza contestualmente decidere sul tracciato del metanodotto. Ciò significa che il procedimento autorizzativo del metanodotto va sospeso e i due iter, arbitrariamente disgiunti, vanno riunificati;la soluzione alternativa per la centrale e il metanodotto non può che essere individuata al di fuori della dorsale appenninica, come sancito dalla risoluzione  approvata all’unanimità dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati; risoluzione sistematicamente elusa dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti; l’individuazione della soluzione alternativa richiede l’attivazione di un tavolo tecnico costituito d’intesa tra Governo nazionale e Regione (anche questo è un punto preciso della risoluzione parlamentare). Ma affinchè il tavolo possa produrre validi risultati esso deve avere a disposizione un congruo periodo di tempo. Nella precedente normativa, inopinatamente abolita dal governo Monti, erano previsti sei mesi e sei mesi è il periodo stabilito da una recente norma approvata dalla Regione Abruzzo.”