ANCE L’AQUILA CONTRO DECLASSAMENTO SULMONA
Al declassamento di Sulmona da Polo di Attrazione ad Area Intermedia, stabilito dalla delibera di Giunta Regionale dell’aprile scorso, l’Ance provinciale dice no. Lo fa con un comunicato stampa del suo Vice Presidente Sergio Palombizio che stigmatizza l’esclusione della Valle Peligna e della Valle del Sagittario dai futuri programmi di sviluppo della Regione. Palombizio lancia un ultimo appello alla coerenza rivolto ai rappresentanti istituzionali, ricordando loro le rassicurazioni di un sostanziale mantenimento dei servizi e dei fondi per la crescita, avute dalla Direttrice dell’Agenzia per la Coesione Territoriale presso il DPS Maria Ludovica Agrò e dal Capo Dipartimento per le politiche di Coesione presso la Presidenza del Consiglio Vincenzo Donato, a seguito degli incontri avuti a Roma il 9 e il 16 luglio scorsi con la delegazione abruzzese composta dal Presidente della Regione Luciano D’Alfonso, dal Consigliere Regionale Andrea Gerosolimo, dal Sindaco di Sulmona Giuseppe Ranalli e dalla Presidente della BCC di Pratola Peligna Maria Assunta Rossi.
Palombizio, dopo un’analisi attenta dei dati che si è svolta nel corso di due riunioni negli uffici ANCE di Sulmona, alle quali hanno partecipato gli imprenditori edili del comprensorio, rompe il silenzio della categoria e lo fa in contrasto con le decisioni assunte perché ritenute non solo non in linea con la realtà dei fatti, ma nemmeno con le annunciate politiche strategiche nazionali che nella valorizzazione delle zone interne intravedono la via del rilancio economico e degli equilibri di sviluppo del Paese.
“Sulmona – commenta il rappresentante degli edili – è stata, è ancora e lo sarà domani, la città catalizzatrice per il comprensorio sia dal punto di vista dei centri amministrativi che per importanza storico-culturale e dunque delle dinamiche sociali. Un ruolo che gli è dato naturalmente anche dalle caratteristiche orografiche e demografiche. Un centro di tal genere merita ben altra considerazione e ben altro destino. Inibire le sue potenzialità con un declassamento è da considerarsi una sconfitta ed una incapacità di visione per tutti i politici che negli anni, mossi da puri interessi campanilistici e da dinamiche di contrapposizioni di potere, hanno indebolito i territori interni. Ma la mancanza di un ragionamento sistemico ed integrato, presto impoverirà l’intera regione. Per questo, e non solo per salvaguardare il futuro delle nostre valli chiediamo che il provvedimento venga rivisto”.
“E’ debole – continua Palombizio – la difesa delle direzioni del Dipartimento, secondo le quali nulla cambia con il declassamento. In questo caso dovrebbero spiegare alle comunità locali per quali scopi la classificazione esiste. Temiamo invece, a ragione, che il declassamento comporterà un peggioramento della qualità dei servizi primari quali la sanità, l’istruzione e la mobilità. Questo si contraddice anche con la necessità di decentramento di questi servizi in favore delle aree geograficamente meno raggiungibili, incidendo negativamente sulla qualità della vita dei cittadini contribuenti. Nella delibera inoltre – aggiunge infine Palombizio – si evince l’esclusione della Valle Peligna e della Valle del Sagittario dalla mappatura delle Aree Interne, negando di fatto una delle principali opzioni strategiche di intervento per la programmazione dei Fondi Comunitari 2014/2020.
“E’ evidente come la stessa delibera si contraddica escludendo da una parte i piccoli comuni della dorsale appenninica e delle nostre valli da una possibilità di valorizzazione e affermando dall’altra come essi debbano essere visti come fondamentali e strategici per lo sviluppo omogeneo dell’intero Paese. Il rilancio delle zone interne, da decenni cavalcato da politici, tecnici e studiosi, con questa delibera va in soffitta come vuoto slogan per campagne elettorali”.