PASCOLO ABUSIVO NEL PARCO MAJELLA, SEI DENUNCE
Sei persone, quattro italiani e due stranieri, tra pastori, trasportatori, consulenti e proprietari sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per introduzione di bestiame e pascolo abusivo su terreni comunali, gravati dal diritto d’uso Civico, in “zona A” Area di Riserva Integrale – del Parco Nazionale della Majella, elevate inoltre decine di sanzioni amministrative per diverse migliaia di euro. Alcune grandi aziende provenienti da fuori regione, nei giorni scorsi, avrebbero scaricato sui pascoli in quota nelle aree protette sul Morrone,nel territorio di Pacentro, ottanta bufali che sarebbero privi di ogni autorizzazione sanitaria, comunale e dell’Ente Parco per quello specifico territorio. Buona parte di essi sarebbero stati destinati ai pascoli montani di altri comuni della Valle Peligna e della Valle Subequana. Avrebbero tentato invano di trasferire mandrie di bufali e di bovini nelle quote più alte ed impervie della Majella nel territorio della provincia chietina, anche poco adatte per quel tipo di bestiame. L’immediato e deciso intervento del Corpo Forestale dello Stato del Comando Stazione di Pacentro, avrebbe permesso di cogliere in flagranza di reato i presunti responsabili, identificando le marche auricolari dei bufali, così da poter risalire alle aziende zootecniche proprietarie, tutte provenienti da fuori regione Abruzzo. Gli agenti avrebbero, inoltre, permesso di contenere nel tempo e sul territorio la mandria introdotta abusivamente, in attesa del giusto relativo trasferimento sui pascoli regolarmente concessi di altri comuni esterni all’area protetta ovvero il rientro nelle stalle di provenienza in caso di necessità.
Si tratta di quote più alte dei versanti Majella e Morrone, habitat particolari considerati Aree di riserva Integrale, fondamentali per la tutela della fauna selvatica protetta quale l’orso , dove il pascolo è vietato, salvo eccezionali ed occasionali concessioni a pastori residenti, come spiegano i Forestali in una nota. In tutto il territorio del Parco Nazionale della Majella il pascolo è consentito come tradizionale attività ecocompatibile, ma è riservato ad allevamenti locali ed allevatori residenti per garantire loro i diritti d’uso civico e la tipicità dei prodotti, prevenendo nel contempo il diffondersi di malattie infettive per la fauna selvatica protetta, l’eccessivo sfruttamento dei pascoli e la salvaguardia dei boschi e della flora spontanea protetta. La Forestale, in collaborazione con i veterinari delle Asl competenti, ha consentito di accertare che i bufali e gli allevamenti di provenienza sono indenni da malattie infettive. Proseguono le indagini di polizia giudiziaria della Forestale su tutto il territorio nazionale per verificare eventuali ulteriori responsabilità da parte di soggetti pubblici e privati nonché per accertare motivazioni ed interessi legati che sarebbero legati alla condotta abusiva.