FINISCE IN TRIBUNALE OVIDIO CORONATO DAL SERTO DI AGLIO ROSSO

Finisce in Tribunale il caso della corona di agli posta sulla testa della statua di Ovidio. Il giornalista e avvocato Vincenzo Colaiacovo ha presentato un ricorso al Tribunale perché sia vietato l’uso delle foto del monumento sovrastato dal serto di agli posto sulla testa del Vate. Colaiacovo nell’esposto alla magistratura ricorda che nei mesi scorsi la statua di Ovidio è stata sormontata da una treccia di bulbi di aglio posti sulla testa del poeta come corona di alloro. Ai piedi della statua, “corrotti e strumentalizzati ai fini della pubblicità dell’aglio”, sono stati posti versi ovidiani. Ad accendere il caso, nato durante le manifestazioni di “Ars, eros e cibus”, è stato un recente convegno, il 9 luglio scorso, per la presentazione della festa dell’Aglio rosso. Infatti per quell’occasione è stato confezionato un volantino con la fotografia di Ovidio dalla testa coronata dal serto d’aglio. L’avvocato Colaiacovo, pur riconoscendo l’importanza dell’aglio rosso, prodotto peculiare e tra i più caratteristici dell’agricoltura peligna, ritiene che riprodurre e diffondere l’immagine dell’Ovidio coronato da agli non sia “condotta ligia e rispettosa della fama e del prestigio del poeta sulmonese”. La diffusione di queste fotografie, sempre secondo Colaiacovo, recherebbe un “pregiudizio irreparabile e irreversibile all’immagine della città e ad ogni cittadino sulmonese”. E al riguardo vengono stigmatizzate l’insipienza e l’incapacità della città a tenere e custodire i suoi monumenti ed in particolare quello più importante e più conosciuto nel mondo. Auspicando che il prossimo Bimillenario ovidiano sia serio e concreto omaggio alla figura e all’opera altissima del Vate, Colaiacovo non risparmia critiche allo stesso sindaco Giuseppe Ranalli  che avrebbe dovuto impedire iniziative “sconcertanti ed episodiche che nulla hanno a che fare con la cultura”.

G.F.

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