STORIA DI GIANCARLO, “ECCO COME HO VINTO L’ALCOL” E LANCIA UN APPELLO AI GIOVANI

Un giovane sulmonese, Giancarlo Bartolomucci, racconta la sua storia di ex alcoldipendente e lancia un appello ai giovani, incoraggiandoli ad abbandonare droga e alcol, per guarire e salvare la loro vita. “La mia storia, il mio ingresso nel tunnel buio dell’alcol, comincia due anni fa – racconta Giancarlo – per effetto della depressione ho iniziato a fare abuso di alcol, bevendo in qualsiasi momento della giornata“. L’abuso di alcol dava una sensazione di tranquillità, quasi di ritrovata sicurezza. Ma era solo apparenza. “Poi passando il tempo e continuando a bere ho cominciato a perdere lucidità e sono caduto in uno stato di confusione mentale” precisa il giovane. “Anche per futili motivi mi alteravo in famiglia, poi spesso giravo a vuoto e mi allontanavo anche dagli amici” continua Giancarlo. In quel momento, quando ha sentito di toccare quasi con mano quel buio che lo circondava, Giancarlo si è avvicinato al Sert e poi è entrato in comunità. “Per questo devo ringraziare la mia famiglia che si è rivolta ad una struttura adeguata ed è cominciato un cammino di guarigione” dice ancora Giancarlo. Nell’ottobre di due anni fa il giovane è entrato in una comunità nei pressi di Isernia. “I primi giorni sono stati difficili, come per tutti, appena entrati in comunità – spiega Giancarlo –  soprattutto avvertivo la difficoltà di lasciare la famiglia”. Ma pian piano il suo stato è migliorato. “Lentamente sono passato dall’emarginazione ad uno stato di ritrovata attività, da protagonista della mia vita – sottolinea Giancarlo – ho vissuto accanto ad altri giovani con le mie stesse difficoltà e soprattutto sentendo forza di volontà e con l’aiuto di psicologi e operatori sono uscito dal buio”. In comunità Giancarlo è rimasto un anno e mezzo. Lì ha ritrovato forza di vivere e serenità, recuperando con il lavoro anche senso di responsabilità. “Sono rimasto in comunità, per mia volontà, anche oltre il tempo previsto, fin quando mi sono sentito davvero bene e ho avviato la fase di sgancio da quell’esperienza”. Nella scorsa Pasqua Giancarlo è tornato ai suoi familiari. Per lui e per i suoi cari è stata veramente resurrezione. “Racconto la mia esperienza per lanciare un appello fraterno ai giovani che soffrono di dipendenza da stupefacenti o da alcol perché si rivolgano subito, senza paura, alle strutture adeguate e possano recuperarsi e guarire” spiega Giancarlo. “Non devono temere né vergognarsi di essere curati, altrimenti finiranno per peggiorare la loro situazione e patire anche guai molto seri, danneggiando sé stessi e gli altri” conclude, pensando a quanti giovani sono purtroppo schiavi di tossicodipendenza e alcoldipendenza ma esitano a compiere un passo che può salvarli e strapparli da quella schiavitù che annienta ogni speranza e ogni prospettiva. Oggi Giancarlo presta opera di volontariato nella Caritas diocesana e si prepara ad entrare in Croce Rossa. Per lui ricomincia una vita normale.

giancarlo bartolomucci2