“ECHI DI LIBECCIO”: VENTI DI FRATELLANZA E SOLIDARIETA’ AL CINEMA PACIFICO DI SULMONA
Ritmi africani, misti a note della tradizione abruzzese, tra culture e storie che si incontrano e s’intrecciano attraverso la musica con il suo linguaggio universale capace di soffiare venti di fratellanza che hanno emozionato il numeroso pubblico in sala. In molti non sono voluti mancare, ascoltando quegli echi di Libeccio, nel cinema “Pacifico” nella festa etno -sociale, tesa all’integrazione, intervallata da momenti di storie degli immigrati stessi, organizzata dal comitato “Sine Solo” (Senza Terra), composto da circa 300 persone che si sono occupati da subito dell’accoglienza dei 20 profughi (14 donne, 4 ragazzi e 2 bimbi) arrivati a Sulmona da una quindicina di giorni. Ricordando più volte sul palco: “Persone, sono prima di tutto persone”. In risposta a quanti hanno mostrato non solo perplessità, ma forte contrarietà all’accoglienza, esponendo anche striscioni come quello firmato “Forza Nuova” affisso sulla ringhiera lungo la circonvallazione orientale tra sabato e domenica notte.
Alcune delle ospiti hanno cantato nella propria lingua insieme ai DisCanto, il cui leader, Michele Avolio, è stato il promotore dello spettacolo, che ha visto la partecipazione dei Liberavoce Abruzzo, dei musicisti Massimo Domenicano, Rossana Di Lisio, Antonio Franciosa, Andrea Frittella, trio Incanto. Emozioni, quelle provate dagli spettatori. Curiosità, quella che ha spinto le persone a conoscere un mondo diverso a cui Sulmona, chiusa e rinchiusa in sè stessa, non è abituata. Volti, storie, canti, colori. Colpisce la storia raccontata brevemente sul palco da Florence, cappellino bianco e in dolce attesa, intervistata da Monica Alexis, residente sulmonese di origine africana, che fa da interprete. Il marito ucciso in Libia, si è imbarcata nel viaggio della speranza per l’Italia nonostante il pancione. “Spero un futuro felice per i miei due gemelli che stanno per arrivare” ha detto Florence, rispondendo telegraficamente alle domande.
Parole di plauso per integrazione e accoglienza sono state espresse in ouverture della festa dal sindaco Peppino Ranalli, che ha assistito in platea, per tutto il tempo, insieme all’assessore comunale Nicola D’Alessandro e alla consigliera Maria Ciampaglione, al singolare concerto che ha visto alternarsi e mescolarsi sul palco musicisti sulmonesi e africani. Contenta della risposta che Sulmona ha dato a questa situazione (che non pochi in città hanno contestato soprattutto sul web anche con frasi dure e volgari) è stata l’assessore regionale Marinella Sclocco, intervenuta sul palco, “asserendo che la città “sta trasformando “l’invasione” in un’opportunità e una gara di solidarietà. Ognuno di noi è corresponsabile di quel che accade nella propria comunità. Invito tutti a fare eco di questo. Sulmona negli ultimi anni sta subendo una storia difficile, vedere che proprio da qui c’è una voglia di cambiamento, di co-costruire, culturalmente e non solo, con un tessuto sociale è bellissimo. Mi colpisce molto e vi ringrazio io per prima. In Abruzzo abbiamo accolto circa mille profughi, esseri umani che scappano dalla morte. Un’immigrato, una volta, rispondendo a una domanda di un giornalista, sul perchè decidesse di imbarcarsi sapendo che potrebbe morire in acqua, rispose dicendo <perchè in Africa potrei morire mentre in Italia forse potrei vivere. Ed è per questo forse” che mi imbarco>. Ecco questa frase mi ha colpito” ha commentato l’assessore Sclocco “L’emergenza non è più emergenza, ma dobbiamo pensare a un fenomeno che proseguirà. Probabilmente arriveranno molti più esseri umani disperati e le nostre comunità devono attrezzarsi, affinchè l’accoglienza e l’integrazione sia per tutti. Ringrazio Sulmona che ha saputo farlo dimostrando che l’accoglienza è possibile e le persone sono una risorsa. Non significa che non ci sono problemi. Non dobbiamo fare tutto a cuor leggero perchè siamo buoni. Dobbiamo farlo in maniera professionale e competente e seguendo le regole”.
Mentre gli artisti suonavano e il pubblico accennava a passi di danza rapito dai ritmi di percussioni, i bimbi, bianchi e neri, piccoli e grandi, giocavano indisturbati sulle scale, lontani anni luce dalle inutili problematiche e perplessità dei grandi che s’ingegnano per ricordare al mondo accoglienza, pace e solidarietà, con la musica, con la memoria, con la storia della Grande Guerra in un 24 maggio speciale, centenario. Loro giocano insieme, pur se in lingue diverse: si prendono per mano e non fa differenza se si arriva dall’Africa, da Marte o da vicino casa.
sindaco Sulmona
Ass. reg. Marinella Sclocco
Liberavoce Abruzzo
Florence, una delle ospiti che ha raccontato un po’ della sua storia intervistata da Monica Alexis, interprete di origine africana residente a Sulmona