COMUNITA’ “IL CASTELLO” DI ANVERSA COMPIE VENTI ANNI E INAUGURA LA NUOVA SEDE
Venti anni di attività celebrati con un convegno sull’esperienza della riabilitazione psichiatrica in un piccolo borgo dell’Abruzzo interno. La Comunità terapeutica “Il Castello” di Anversa degli Abruzzi festeggia il ventennale inaugurando la nuova sede con una cerimonia in cui saranno ripercorsi tutti i momenti e la storia della struttura riabilitativa. Alla cerimonia di apertura della nuova sede, che si svolgerà sabato 6 giugno prossimo, alle 9.30, interverranno il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, il direttore generale dell’Asl, Giancarlo Silveri, il sindaco di Anversa con i sindaci del comprensorio ed altre autorità civili e religiose.
Una struttura all’avanguardia, unica nel suo genere in Abruzzo e nel resto d’Italia, nel campo della psicoriabilitazione. Prima di Anversa solo in un piccolo centro del Belgio era stata sperimentata un’iniziativa analoga, consistente appunto nell’utilizzo di un borgo come “ agente terapeutico”, non inserendo quindi i pazienti gravi in chiuse “enclave” o scaricati alle famiglie, ma ridando loro lo status e la dignità di cittadinanza.
La Comunità nacque nel 1995 quando un gruppo di giovani psichiatri decise di tentare un esperimento culturale per l’epoca innovativo, quello di inserire una struttura psichiatrica per malati gravi in un piccolo paese. Il gruppo propose all’Amministrazione comunale anversana di prendere in fitto i locali della ex scuola elementare, non più in uso a causa della riduzione della popolazione per fondare una struttura psicoriabilitativa. Dall’edificio scolastico che diventò la casa della nuova “comunità” ebbe inizio l’attuazione di un progetto che negli anni ha dato i suoi frutti. Nella struttura anversana finora sono state curate oltre duecento persone affette da disagio mentale o da tossicodipendenza. Ma la cosa più importante è che il progetto è andato avanti con il pieno sostegno dei cittadini residenti che hanno partecipato attivamente all’inserimento dei giovani ospiti nella vita quotidiana del paese. “Nonostante la novità rappresentata dall’esperimento, provato con successo ad Anversa, la Regione Abruzzo col Piano Sanitario L. 5/2007 ha escluso il concetto di Comunità Terapeutica e in parte anche di riabilitazione prevedendo 4 tipologie di strutture residenziali psichiatriche: Post-acuzie, Casa famiglia, Residenza protetta e Gruppo appartamento – osserva lo psichiatra della Comunità, dottor Michele Beatrice – utilizzando un metodo molto empirico ma poco scientifico e ancor meno logico le Comunità Terapeutiche sono state assimilate alle residenze post-acuzie pur essendo le finalità diverse tra loro e creando un insostenibile vuoto, visto che le comunità riabilitative non sono contemplate nel piano sanitario”. Attualmente sono inviati in Comunità terapeutica giovani affetti da psicosi o da gravi disturbi di personalità che potenzialmente sono in grado attraverso programmi individualizzati e basati sulle disabilità presenti, di recuperare capacità relazionali, sociali e lavorative. “La base di tutti i programmi – prosegue il dottor Beatrice – è favorire la socializzazione dei pazienti inserendoli in gruppi omogenei per età e per condizione clinica per cercare di riportarli ad una vita normale. La socializzazione dei pazienti è stata favorita anche da attività ludiche e culturali: spettacoli teatrali tenuti negli angoli più suggestivi del paese, coinvolgendo anche i residenti che hanno potuto conoscere la comunità anche sotto l’aspetto artistico.
Attualmente la struttura dà occupazione a trenta persone, quasi tutte del posto: operatori socio-sanitari, addetti ai servizi e alle cucine oltre, naturalmente, a medici e psicologi.
La Comunità “Il Castello” è dunque una risorsa fondamentale per Anversa degli Abruzzi e per il Centro Abruzzo, che può diventare ancora più consistente con il raddoppio del numero degli ospiti accreditati da parte della Regione. Attualmente la richiesta supera l’offerta e tanti giovani abruzzesi sono costretti a ricorrere a strutture fuori regione per avere la necessaria assistenza con pesanti ripercussioni sui conti della sanità regionale.