TERAPIA DEL DOLORE, NASCE A SULMONA LA SCUOLA EUROPEA DI ALTA FORMAZIONE
Nasce a Sulmona la Scuola Europea di Alta Formazione per la terapia del dolore. La presentazione dei corsi si svolgerá il prossimo 30 maggio ore 11, nell’abbazia celestiniana: si partirà con la prima Masterclass Europea sul “Governo Clinico della Terapia con Farmaci della Classe Oppioide e Cannabinoide”. Il centro (si sta ancora valutando la sede) sarà intitolato al professor Giovanni Leonardis, abruzzese, padre della Terapia del Dolore in Italia, recentemente scomparso.Un progetto di cui si parlò già due anni fa, in un convegno a Pratola Peligna, in cui si faceva il punto sulla Legge 38 del 2010 che ha modificato lo scenario del trattamento del dolore cronico. A portare avanti la divulgazione della terapia del dolore, degli aspetti scientifici e delle applicazioni cliniche, è la Fondazione Isal, Istituto di Scienze Algologiche diretta dal professor William Raffaeli, nata nel ’93 a Rimini, che da anni si occupa della ricerca scientifica, ma soprattutto della formazione dei medici. Attualmente, l’80 per cento degli specialisti italiani che operano nei Centri di Terapia del Dolore si è, infatti, formato presso la sede Isal di Rimini. Ed è proprio per proseguire ed ampliare tale attività che l’Isal, in particolare con vice presidente, il professor Gianvincenzo D’Andrea, ha deciso di aprire una sede in Abruzzo per portare avanti un progetto di formazione europeo, con corsi in lingua italiana ed inglese, rivolto a medici di tutta Europa.
<In tutto il mondo il dibattito sull’uso di farmaci oppioidi, cannabinoidi e derivati e sulle loro enormi potenzialità nella cura efficace del dolore cronico, capace di allevare le sofferenze di un grandissimo numero di persone al di là dei pregiudizi sedimentati, è di enorme attualità – spiega il professor D’Andrea – mentre l’Italia soffre ancora una volta di un ritardo spaventoso. L’intento della Fondazione Isal è proprio quello di colmare il gap di ricerca e di diffusione di tale terapia. Con la nascita della Scuola Europea di Alta Formazione “Giovanni Leonardis” si potrà fare un enorme passo in avanti per allinearci agli standard europei e mondiali e per offrire una possibilità ai 13 milioni di italiani quotidianamente alle prese con patologie caratterizzate da dolore cronico>.
13 milioni di persone soffrono di dolore cronico. La maggior parte sono donne. Solitamente si è portati a pensare che questo problema riguardi soltanto i malati di tumore, ma al contrario sono tantissime le patologie che la terapia del dolore può alleviare e contribuire ad ottenere una migliore qualità di vita, dall’emicrania all’endometriosi, dalla fibromialgia all’artrosi. Eppure, in questo campo, nonostante il Parlamento abbia approvato all’unanimita una Legge ( L 38 / 2010 ) per garantire ad ogni cittadino le terapie necessarie, l’Italia è ancora molto indietro.
I dati dell’Ue parlano chiaro: siamo all’ultimo posto in Europa nel consumo procapite di farmaci antidolorifici adeguati, ovvero oppioidi, cannabinoidi e derivati; mentre siamo al primo posto nel consumo procapite di farmaci Fans, ovvero antinfiammatori non steroidei; l’uso prolungato di questi ultimi però, oltre a essere meno efficace, produce danni a carico dell’apparato digerente, al fegato, oltre ad aumentare il rischio di insufficienza renale e di complicazioni cardiovascolari (ictus, infarto miocardico).Insomma, l’Unione Europea ci dice: curate male il dolore cronico!Ma non è l’unica a dirlo. Secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute, infatti, il 40 per cento dei 13 milioni di italiani che soffrono di dolore cronico afferma di non avere cure adeguate perché non sa a chi rivolgersi.
La colpa? Della scarsa informazione, anche da parte dei medici. Basti pensare che chi attualmente esce dalle facoltà di Medicina in Italia non ha una competenza e una conoscenza specifica, poiché la materia è stata finora prevalentemente appannaggio degli anestesisti e non esiste, dopo l’università, una specializzazione ad hoc