RISOLUZIONI E DOCUMENTO, DUBBI E AMBIGUITA’ SULLE SORTI DEL PUNTO NASCITA
La maggioranza della Regione sui punti nascita e sulla politica di riforma della sanità abruzzese non torna indietro. E’ dunque salvo il punto nascita dell’ospedale di Sulmona? Per ora nessuno lo dichiara apertamente. Si va per sottintesi e deduzioni. Non lo chiarisce del tutto un documento approvato dalla maggioranza nella tarda serata di ieri, a conclusione di una giornata concitata, con la coalizione di centrosinistra che su una risoluzione proposta dal centrodestra e dal M5S è andata sotto. E il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, che ha ventilato l’ipotesi di dimettersi da commissario della sanità. Questo è stato l’esito della lunga giornata aquilana. All’esultanza del centrodestra per quel voto, favorito dai consiglieri di maggioranza Pietrucci e Monticelli del Pd e Gerosolimo e Olivieri di Abruzzo civico, sulla risoluzione che impegna la giunta regionale ad una revoca del decreto che cancella i punti nascita è seguito il voto favorevole, espresso dagli stessi quattro consiglieri di Pd e Abruzzo civico, per la risoluzione proposta dal centrosinistra mirata al solo riesame del decreto. “La maggioranza di governo, a seguito delle due risoluzioni approvate dal Consiglio regionale, ribadisce la necessità di andare avanti con il processo di riforme sulla sanità con l’obiettivo di uscire definitivamente dal commissariamento e ristabilire il diritto dell’Abruzzo alla propria programmazione sanitaria – è scritto nel documento – il centrosinistra proporrà un nuovo Patto della Salute fondato sul trasferimento di risorse e servizi sui territori, dall’ospedalizzazione alla medicina del territorio.Indietro non si torna. Abbiamo in mente un modello funzionante come quello della Toscana e non certo proprio delle peggiori esperienze in Italia”. L’unica promessa nuova, naturalmente per ogni decisione del futuro, riguarda quella di una concertazione con i territori. “Su questo apriremo un sincero e grande dibattito pubblico sul territorio” conclude il documento che ha come primo firmatario il consigliere regionale Andrea Gerosolimo. E proprio l’esponente regionale peligno ha precisato, rispondendo ad una nostra intervista, che “il processo di riforme della sanità va avanti ma non si può prescindere ormai dalle risoluzioni votate dal consiglio regionale sui punti nascita“. E ha aggiunto ancora Gerosolimo:” Le due risoluzioni non si elidono a vicenda, assorbendo la prima, quella della revoca del decreto, la seconda, sul riesame del decreto”. Ma le risoluzioni, per quanto politicamente significative, giuridicamente non vincolano né il commissario della sanità né il presidente della Regione, cariche riassunte nella stessa persona. Ma i dubbi non si sciolgono. Anzi si rafforzano anche alla luce di quanto dichiara Andrea Catena, coordinatore della segreteria regionale del Pd, che stigmatizza il voto dei consiglieri di maggioranza a favore della risoluzione del centrodestra e dei pentastellati. “Un grave errore quello di alcuni consiglieri di maggioranza aver votato una risoluzione puramente demagogica della minoranza, responsabile di aver lasciati irrisolti tutti i nodi della sanita’ abruzzese – accusa Catena – che fa finta di non sapere che l’Abruzzo e’ una regione commissariata e pertanto, con precedenti della Corte alla mano, il Consiglio non puo’ cambiare le decisioni dell’Organo commissariale”. Dunque, stando alle dichiarazioni di un esponente di primo piano dei democratici, tutto potrebbe risultare inutile. Resta il fatto che un documento è stato approvato dalla maggioranza subito dopo l’esito delle votazioni in aula, per parare il colpo ricevuto, restando tutto nel vago.