UN CONVEGNO DI STUDI SU “ETTORE FERRARI E LE IMMAGINI DI OVIDIO TRA COSTANZA E SULMONA (1887-1925)
Un convegno di studi incentrato su “Ettore Ferrari e le immagini di Ovidio tra Costanza e Sulmona (1887-1925)” si svolgerà sabato 11 aprile alle 17 nell’Hotel Santacroce organizzato dall’associazione Ares di Sulmona. Ad aprire i lavori sarà il dottor Antonio Pelino, Presidente dell’Associazione di Ricerca Europa Sulmona. Un incontro che sarà presieduto dal Senatore Franco Marini, Presidente del Comitato Anniversari di Interesse Nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in cui saranno presenti anche l’Ambasciatore di Romania in Italia e il Presidente della Giunta Regionale Abruzzo Luciano D’Alfonso. Gli interventi saranno a cura di “studiosi estremamente qualificati della Storia d’Italia tra Età liberale e fascismo, della Massoneria, della storia dell’arte e della storia dei rapporti politico-culturali con la Romania, oltre al pronipote dello scultore, Ettore Passalalpi Ferrari che ha scelto la nostra manifestazione per celebrare la memoria del suo illustre avo” si legge in una nota. Interverranno il professor Raffaele Giannantonio, Università “G. d’Annunzio” di Chieti e Pescara che relazionerà su “La Romania dell’Ottocento ed Ettore Ferrari”, il professor Giuseppe Monsagrati, Università “La Sapienza”, Roma che parlerà de “L’Italia negli anni d’esordio del Fascismo ed i rapporti tra il Fascismo e la Massoneria”. Seguirà la relazione dell’avvocato Loris Di Giovanni su “La Massoneria nella Provincia dell’Aquila fino all’avvento del Fascismo”, della dottoressa Erika Di Felice, Università “G. d’Annunzio” di Chieti e Pescara su “Sulmona nel 1925”, del dottor Carlo AlicandriCiufelli, Deputazione Abruzzese di Storia Patria sui “Documenti inediti da un archivio privato”, di Ettore Passalalpi Ferrari che interverrà sulla Cronistoria dai documenti di Ettore Ferrari del monumento ad Ovidio in Sulmona (1880-1925). . Chiuderà il dottor Vittorio Pajusco, Università “Ca’ Foscari” di Venezia su Ettore Ferrari: uno scultore per Ovidio.
LA STATUA E L’AUTORE
La statua di Ovidio nell’attuale piazza XX Settembre costituisce uno dei principali elementi identitari di Sulmona, essendo dedicato alla personalità di maggiore portata storica della città, di cui nel 2017 ricorre il bimillenario della morte. Nonostante ciò il monumento è poco conosciuto sotto il profilo storico ed artistico, specie in rapporto alla personalità del suo autore, Ettore Ferrari (Roma 1845-1929), uno dei più importanti scultori italiani del periodo, autore fra l’altro delle statue a Giordano Bruno, Quintino Sella, Giuseppe Mazzini a Roma e di Garibaldi a Vicenza, Pisa, Macerata, Rovigo, Catania. Ferrari fu inoltre deputato dal 1882 al 1892, Gran maestro del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani dal 1904 al 1917 mentre e nel 1918 Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico ed Accettato quando Gran Maestro era Ernesto Nathan.
Ferrari fu in sostanza personaggio di assoluto rilievo nel panorama dell’Italia postunitaria fino all’avvento del fascismo, che gli uccise un figlio, gli distrusse lo studio e lo condannò al confino, dove sarebbe stato relegato sino alla morte se la tarda età non avesse consentito la sospensione della pena. La stessa militanza nei vertici della Massoneria va inquadrata in un ambito di estrema importanza per la storia del giovane Stato unitario ed in particolare della Roma di inizio secolo, che, grazie al veto imposto ai fedeli dalla Chiesa, nel 1907 aveva eletto Sindaco Ernesto Nathan, mazziniano e predecessore di Ferrari nella carica di Gran Maestro.
La presenza della Massoneria ritornerà nella vicenda della statua di Ovidio a Sulmona che seguì, a distanza di quasi quarant’anni, la realizzazione del primo monumento celebrativo del sommo poeta latino nel luogo dove egli scontò per intera la relegatio: Costanza, l’antica Tomi, nella Romania da poco divenuta Stato unitario ed indipendente, così come l’Italia. In Romania Ettore Ferrari aveva già realizzato nel 1881 in Piazza dell’Università a Bucarest il monumento ad Heliade Radulescu, padre della letteratura romena; di lì a poco – grazie all’intervento di Remus Opreanu, profondo conoscitore di archeologia e filologia nonché prefetto – nel cuore di Costanza verrà poi inaugurato il monumento ad Ovidio. Felice è dunque il rapporto tra Ferrari e il giovane stato romeno, tanto che ancora nel 1927, poco prima della sua morte, gli
verranno commissionate le statue di Traiano e Decebalo a Cluj.
Amico di Ferrari e suo collega quale alto dirigente del Ministero della Pubblica Istruzione era inoltre Bruto Amante, nativo di Fondi, che tra il settembre e l’ottobre 1884 aveva visitato la Romania sull’onda dell’emozione in lui suscitata dalla deferenza con la quale la Romania aveva salutato la dipartita di suo padre, Errico Amante, che tanto si era battuto per la causa dell’indipendenza di quel Paese. Alla cerimonia del 30 agosto 1887 partecipò l’avvocato Raffaele Ognibene in rappresentanza di Sulmona, città natale del poeta, dove già dalla metà del secolo la volontà di erigere una statua all’illustre cittadino si era concretizzata in un tentativo di sottoscrizione.
Fu anche grazie all’intervento degli esponenti della Massoneria locale che Ettore Ferrari si convinse a realizzare l’opera accettando il solo rimborso delle spese, lasciando nella patria di Ovidio un estremo simbolo di libertà di pensiero testimoniata anche da inequivocabili “segni” massonici e repubblicani chiaramente visibili. Si tratta di un caso tutt’altro che raro nell’arte e nell’architettura del periodo, come testimonia la Regia Scuola Industriale di Terni (1909), “vero e proprio manifesto di fede massonica” realizzato da Cesare Bazzani, legato a Ferrari dalla comune fede civile.
Il monumento a Ovidio venne inaugurato a Sulmona il 30 aprile 1925 da re Vittorio Emanuele III alla presenza del Sindaco Pilade Perrotti, delle autorità locali e regionali, del ministro romeno Alexandru Emil Lahovary e del senatore Enrico Cocchia, professore di letteratura latina nella Reale Università di Napoli, che pronunciò l’orazione ufficiale. Assente invece Ettore Ferrari, cittadino onorario dal 17 febbraio precedente, che pure si era recato a Sulmona pochi giorni prima dell’inaugurazione per aggiungere lo stilo alla mano destra della statua