PER PAOLUCCI A SULMONA SI PUO’ MORIRE MA NON NASCERE
Se voi state buoni facciamo un grande reparto di geriatria. È questa la concessione che l’assessore regionale alla sanità, Silvio Paolucci, ha fatto alla delegazione di sindaci, amministratori e operatori professionali nell’incontro odierno ad Avezzano, in cambio della soppressione del punto nascita. Un contentino per azzittire tutti e rimandare a casa i “protestanti” con qualcosa nel paniere. Una concessione che ha il sapore di una pesante provocazione rivolta a un territorio che secondo la Regione è destinato ad avere punti di morte e non punti di nascita. Nessun margine a una riapertura della trattativa: per Paolucci il discorso sul reparto di Maternità di Sulmona è ormai morto e sepolto. Secondo l’assessore con 200 parti all’anno non si giustifica la presenza di un reparto super attrezzato che, per garantire l’assoluta sicurezza a mamme e nascituri, dovrebbe avere una serie di specializzazioni e di figure professionali troppo onerose per un ospedale con numeri così piccoli. Paolucci nel corso dell’incontro ha dimostrato anche insofferenza nei confronti dei suoi interlocutori che insistevano sul diritto di un territorio ad avere gli stessi servizi sanitari essenziali presenti nel resto della regione. “Alla sordità si risponde con la mazza”. È la parola d’ordine lanciata dall’assemblea successiva all’incontro con Paolucci ancora in corso (foto) nell’aula consiliare occupata del Comune. Alla proposta lanciata dalla vice presidente della provincia dell’Aquila di puntare la rotta verso il ministero, hanno risposto gli altri lanciando il grido di battaglia. Incitando tutti alla protesta popolare, quella dura e pura, che non lascia spazio alla trattativa e alla politica, fatta di gesti eclatanti e di prese della bastiglia. Due modi di vedere e proseguire la lotta che hanno fatto emergere evidenti incrinature anche nel fronte della protesta.